Bologna, positiva al Covid: corsa sfrenata per partorire

Alto Reno, L’elicottero parte ma non può caricarla: trasportata di notte in ambulanza dall’ospedale di Porretta al Maggiore

Il sindaco Nanni e l’assessore regionale Donini in visita all’ospedale di Porretta

Il sindaco Nanni e l’assessore regionale Donini in visita all’ospedale di Porretta

Alto Reno Terme (Bologna), 27 agosto 2021 - Una storia a lieto fine ha messo alla prova l’altra sera il sistema di emergenza dell’appennino. Ad Alto Reno Terme c’è una signora in stato interessante che deve stare in isolamento perché risultata positiva al Covid.

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In teoria, il periodo di quarantena si conclude prima della data prevista del parto, ma in pratica le cose vanno in maniera differente. Mercoledì sera compaiono le doglie e la futura mamma chiama l’ambulanza; nel frattempo dall’ospedale Costa di Porretta parte la richiesta per l’elisoccorso e il successivo trasporto all’ospedale Maggiore, ma quando l’equipaggio arriva, il fatto che sia positiva impedisce l’utilizzo dell’elicottero. A quel punto il personale medico che era pervenuto nella località montana decide di affrontare il viaggio in ambulanza con la donna, che partorirà regolarmente una volta raggiunto il punto nascite bolognese all’ospedale Maggiore e con la rete del 118 che ha superato brillantemente il test.

«Il servizio di emergenza territoriale – spiega la dottoressa Sandra Mondini, direttrice del distretto socio sanitario dell’Appennino – svolge quotidianamente un’attività di altissimo livello. Questo dipende dall’ottima professionalità di chi vi lavora e da una rete organizzata in modo tale da dare la migliore risposta possibile all’utente. A causa della pandemia ogni giorno ci ritroviamo davanti a situazioni nuove, ma questo caso dimostra come la preparazione e duttilità del personale siano in grado di risolvere positivamente anche le situazioni più complesse". L’episodio riapre più o meno indirettamente la questione dei punti di nascita negli ospedali di montagna, e in particolare in quello di Porretta, reparti che sono stati chiusi e che ora si punta a riaprire. "Non bisogna fare confusione – conclude la dottoressa Mondini –: un conto sono i parti precipitosi che ci sono sempre stati e che sono eventi improvvisi che hanno bisogno di una gestione particolare e un conto sono le gravidanze che si concludono nel tempo previsto. Ad ogni modo, la fase regionale del progetto per la riapertura del punto nascite è già stata superata, e ora la valutazione finale spetta al ministero che lo sta analizzando nei dettagli". La stima dei costi per questa operazione si aggira attorno ai 4 milioni di euro, un finanziamento che la regione è pronta ad erogare una volta ricevuto ricevuto il via libera.

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