Covid Bologna: di nuovo posti liberi in terapia intensiva al Sant'Orsola VIDEO

La gioia del Dg Chiara Gibertoni: "Due reparti tornano a disposizione dei malati non-covid"

La terapia intensiva del Sant'Orsola

La terapia intensiva del Sant'Orsola

Bologna, 31 marzo 2021 - "Oggi è una buona giornata", è il sorriso della Direttrice generale del Policlinico Sant'Orsola, Chiara Gibertoni (video). A fare splendere il sole nella lunga notte del covid è la situazione della terapia intensiva e del reperto sub intensivo. "Per la prima volta da moltissimi giorni, abbiamo alcuni posti liberi: quattro e quattro", spiega. Un dato che segna un'inversione di tendenza della situazione ospedaliera bolognese, che ha vissute giornate davvero preoccupante per lunghe settimane.

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"Nei giorni scorsi abbiamo già ricovenrtito un reparto covid in non-covid - aggiunge Gibertoni - ed entro Pasqua lo faremo con un altro: significa che un'altra ventina di posti letto torna a disposizione dei malati tradizionali. Sono sicuramente positivi i numeri che riguardano i nuovi casi di contagio - ha spiegato - che sono in progressiva riduzione. C'è qualche oscillazione, ma, negli ultimi 6-7 giorni, sono sempre stati in riduzione". Gibertoni accoglie questi segnali con gioia ma anche cautela.

Gibertoni parla poi delle misure - che dovrebbero essere contenute nel nuovo Decreto legge in approvazione oggi - sui sanitari no vax: per la Dg un intervento "assolutamente opportuno", perche' "oggi con l'attuale situazione si rischia che sia più premiante non vaccinarsi che vaccinarsi". Tuttavia, bisogna fare attenzione ai meccanismi sanzionatori perché "anche allontanare anche gli operatori inidonei diventa un elemento di grande difficoltà per chi gestisce le strutture". "Il tema del rifiuto della vaccinazione c'era anche prima del Covid - prosegue Gibertoni - ma ora, per le dimensioni e la pressione sugli ospeali del Covid,  dobbiamo avere il 100% di operatori vaccinati".

Certo, la soluzione che taglierebbe la testa al toro sarebbe "superare il limite dell'obbligo vaccinale", ma sarebbero "utili anche altre iniziative che in qualche modo penalizzino chi non si vaccina". Tra queste sicuramente non c'è il licenziamento, che "a maggior ragione metterebbe in difficoltà" a livello di personale. Ma ad esempio "una parte dello stipendio è fatto dalla retribuzione di risultato e di posizione. Già dire che chi non si vaccina non ha più diritto a queste sarebbe un elemento positivo", afferma la direttrice del Policlinico.

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