Covid Bologna: provvedimenti disciplinari contro i medici no vax

E' l'azione che sta preparando l'Ordine: "Chi ha idee contrarie o le prova scientificamente o deve tacere. Anche per rispetto alla vittime"

Il presidente dell’Ordine dei medici di Bologna, Luigi Bagnoli

Il presidente dell’Ordine dei medici di Bologna, Luigi Bagnoli

Bologna, 3 febbario 2021 - Provvedimenti disciplinari per i medici che si esprimeranno pubblicamente contro la vaccinazione anti Covid: è l'azione che l'Ordine dei medici di Bologna intende mettere in campo per frenare la deriva no-vax perché "non sarebbe deontologicamente corretto e né rispettoso delle vittime da Covid-19, in particolare in questo momento storico, che da parte anche solo di pochi medici provenissero voci contrarie alla vaccinazione, non sostenute da alcuna evidenza e basate solo su notizie non verificate, o peggio ancora, artatamente interpretate".

Anche perché, se è importante vaccinarsi lo è altrettanto importante sarà sensibilizzare la società alla campagna di vaccinazione, cercando in questo modo di avvicinare più persone possibili - medici compresi - all’unica strada che ci permetterà di lasciarci la pandemia alle spalle. È per questo motivo che è stato presentato un documento elaborato dalla commissione vaccini dell’Ordine dei medici, con l’obiettivo di ribadire in maniera forte e concreta l’importanza di aderire alla campagna.

Fabio Piscaglia, Direttore del reparto di Medicina Interna
Fabio Piscaglia, Direttore del reparto di Medicina Interna

Questo documento "serve a far capire che chi non condivide, deve portare prove. Se qualcuno dice cose diverse" dalla scienza "deve supportarle con prove, se no non le può dire. E il nostro ordine prenderà in considerazioni provvedimenti verso chi ha posizioni diverse da quelle che dice la scienza".

"Mai come in questo momento è importante fare le cose giuste, seguendo la scienza. In questo documento non diciamo nulla di sconosciuto, ma è importante rassicurare la popolazione e far capire ai colleghi che non condividono queste posizioni che le teorie vanno provate con i dati e i fatti", ha sottolineato il presidente dell’Ordine dei medici, Luigi Bagnoli.

Dunque, il documento non vuole essere un elaborato strettamente tecnico scientifico, ma per lo più intende sottolineare l’efficacia - in base ai dati ora disponibili - delle prime vaccinazioni, "invitando in primo luogo i colleghi a partecipare attivamente alla campagna perché rappresenta lo strumento migliore per arginare la pandemia che ha sconvolto il tessuto sociale e civile di tutte le nazioni". Tra i risultati raccolti il 15 gennaio, dei dodici milioni di vaccinazioni registrate solo 29.081 sottolineano delle reazioni avverse, dunque lo 0,23%.

"Nel caso in cui alcuni medici decidessero di non aderire alla campagna vaccinazioni, si potrebbe valutare di prendere provvedimenti anche dal punto di vista legale. La mancata protezione verso i ricoverati è un problema che non può essere sottovalutato. Per questo cercheremo, attraverso il documento, di convincere tutti gli operatori sanitari che operano sul territorio. Attualmente la percentuale di adesione è buona, nonostante una prima carenza di dosi, ed il completamente del ciclo vaccinale registra un’adesione dell’80% del personale sanitario. Speriamo di arrivare a quote superiori al 95%. È un dato sicuramente rilevante, ma per noi è ancora più rilevante chi, da medico, continua ad alimentare teorie contrarie. Si tratta di una bassissima percentuale, ma noi come ordine dei medici ci stiamo lavorando, perché sappiamo che anche la diffusione di una falsa teoria su internet può creare spiacevoli conseguenze".

A sostegno del documento anche il professor Luigi Viale (video), primario di Malattie Infettive all'ospedale Sant'Orsola, che ha sottolineato l'importanza dell'impegno dei medici di "diventare la cassa di risonanza a supporto della validità del vaccino". È un messaggio "che può avere forte impatto. Un'iniziativa di grande valenza scientifica, ma soprattutto civica". Tra chi lo ha condiviso anche Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica Ausl, e altri medici e docenti tra cui Tiziana Lazzarotto, Luciano Attard, Carlo Descovich, Vittorio Lodi, Maria Carla Re, Fabio Piscaglia.

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