"Covid, ricerca sui disturbi neurologici"

Il professor Cortelli: "Mal di testa, disorientamento, perdita di gusto e olfatto. Visiteremo centinaia di malati per uno studio nazionale"

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di Donatella Barbetta

Quando si parla di Covid il pensiero va subito ai polmoni. Ma il virus può avere anche conseguenze neurologiche come mal di testa, disorientamento e perdita del gusto e dell’olfatto. Per sapere tutto sul numero dei pazienti coinvolti da questi disturbi e sulla mappa dei disagi, è partito uno studio nazionale che sotto le Due Torri coinvolge le Neurologie del Bellaria, Sant’Orsola e Maggiore. Ne parliamo con Pietro Cortelli, direttore operativo dell’Irccs Isnb, Istituto di scienze neurologiche di Bologna.

Professor Cortelli, quante persone saranno coinvolte?

"In tutta Italia alcune migliaia e nel nostro territorio diverse centinaia. Individueremo i malati con le caratteristiche più significative e li convocheremo in ambulatori appositi al Maggiore, al Bellaria e al Sant’Orsola dove ci sarà un neurologo che li visiterà. Avevamo già iniziato una nostra ricerca e raccolto dei dati, ma poi abbiamo aderito all’invito della Società italiana di Neurologia e dell’Istituto auxologico italiano che promuovono lo studio", risponde il direttore dell’unità complessa interaziendale Clinica neurologica metropolitana, NeuroMet.

Qual è la finalità della ricerca?

"Dovremo chiarire e caratterizzare meglio i disturbi neurologici che compaiono durante la fase dell’infezione".

Ce li elenca?

"Nella fase acuta della malattia, la cefalea è presente nella totalità dei pazienti e sembra sia un sintomo legato non alla febbre, ma un mal di testa forte, indipendente dall’entità della temperatura. Poi è stata osservata l’encefalopatia con stato confusionale, attualmente presente nelle casistiche nel 4% dei pazienti. Si tratta di un problema fluttuante, ma che spesso è il motivo del ricovero quando il malato è disorientato. Senza visita neurologica, però, è difficile capirne la prevalenza. Infine, si registra la perdita dell’olfatto e del gusto, disturbi che dipendono dai terminali nervosi liberi nella mucosa olfattiva e gustativa".

E passata la fase acuta?

"Seguiremo nel tempo questa coorte di pazienti, in modo da capire come questi disturbi evolvono: scomparendo o lasciando esiti".

L’infezione da Covid che cosa provoca sul cervello?

"Visto che la presenza del virus nel cervello è un evento raro, sembrerebbe che i problemi neurologici non derivino da un effetto patogeno diretto del virus, ma da una esagerata risposta infiammatoria caratteristica dei casi gravi".

Quindi, lo stato di encefalopatia si presenta in una seconda fase?

"Sì. La risposta infiammatoria, inizialmente utile per fermare il virus, quando è di entità e durata esagerata diventa dannosa, perché le stesse sostanze che provocano l’infiammazione possono creare una alterazione metabolica del sistema nervoso centrale, che a sua volta causa degli stati confusionali".

I risultati della ricerca quando saranno pronti?

"Prevedo che per arrivare alle conclusioni dello studio ’Manifestazioni neurologiche durante infezione da N-Cov-19’, a cui partecipano circa 90 Neurologie italiane, ci vorranno almeno due anni".

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