Covid, dopo la guerra sconfigge anche il virus

Antonio Degiovanni domani compie 97 anni: "Prigioniero a Buchenwald per tre anni. Il virus? Poco appetito, ma me la sono cavata"

Il campo nazista di Buchenwald e Antonio Degiovanni

Il campo nazista di Buchenwald e Antonio Degiovanni

Bologna, 19 febbraio 2021 - Nella sua vita pensava di non dover più combattere per la sua sopravvivenza, visto che a soli 19 anni, da prigioniero, fu impiegato nei lavori forzati come falegname nel campo nazista di Buchenwald. Invece Antonio Degiovanni – che domani compirà 97 anni nella casa famiglia ‘Villa Cristina’ di Granarolo – ha dovuto superare un’altra prova causata dalla pandemia. Positivo al Covid per 15 giorni, martedì scorso finalmente è arrivato l’ultimo tampone negativo e l’anziano e la sua famiglia hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Degiovanni, che sta per diventare bisnonno per la seconda volta, dimostra una brillantezza inusuale per la sua età: "Ho mangiato bucce di patate per tre anni a Buchenwald. Quando sono tornato a casa pesavo 35 chili: ero pelle e ossa, sembravo uno scheletro. Mio fratello intanto aveva aperto un forno in via Murri a Bologna e mi chiese di lavorare con lui. Così mi sono messo a fare il pane ed è stato il lavoro della mia vita. Di notte sveglio a preparare crocette e pagnotte per la gente della città".

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La sua passione è ricordare la guerra: "Partecipai a raduni con migliaia di persone durante la guerra e in lontananza riuscii a vedere Hitler e Mussolini. Pensare adesso a quegli assembramenti con una pandemia in atto, è strano. Durante la guerra ho sofferto la fame, la paura di non farcela e tutto quello che è successo dopo, anche le difficoltà più grosse, mi sono sembrate superabili. Ho vinto la mia battaglia personale contro il Covid. Mi mancava l’appetito, ma per il resto me la sono cavata bene. Adesso sono tornato a mangiare, ma non parlatemi delle patate, quelle ne ho mangiate fin troppe in guerra".

E ringrazia il figlio Alessandro: "Non possiamo vederci per via del virus, ma lui mi è sempre stato vicino. Ho un grande figlio. Quando ero in guerra pensavo che non avrei visto più la mia famiglia e che mi sarebbe piaciuto avere un figlio. Questi sogni si sono avverati e la mia famiglia è tutto quello che ho. Mia nipote mi sta per rendere bisnonno una seconda volta. È una gioia vedere la vita che prosegue. Ci ho pensato anche durante i giorni di malattia: l’importanza della vita e di un bimbo che nasce, è una cosa straordinaria. Proprio ora dobbiamo riconsiderare quanto sia importante la salute dei nostri cari. Fare tutto per rispettare le regole ed evitare contagi". Il figlio Alessandro, 67 anni, è orgoglioso: "Per il suo compleanno, ho organizzato una videochiamata. É stato un genitore fantastico e dieci anni fa ha perso la moglie, mia madre. Mi sono stati vicini per tutta la mia vita e ora mio padre continuerà a esserlo per i suoi bisnipoti. Il suo compleanno non sarà speciale come avrei voluto, ma gli vogliamo bene. Ha vinto una delle sue battaglie più importanti e, dopo la guerra, anche il Covid non è riuscito a portarselo via. Ha una tempra di ferro e non si perde mai d’animo. Dopo 15 giorni a letto ha perso un po’ di brillantezza ma continua a essere un punto di riferimento per la sua famiglia".  

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