Covid, variante inglese nel focolaio al Sant'Orsola

Confermati i 14 tamponi sospetti del Policlinico. Pandolfi (Ausl): "Il virus mutato circola, ipotizziamo la presenza in un caso su quattro"

Chiara Gibertoni, direttore generale del Sant’Orsola

Chiara Gibertoni, direttore generale del Sant’Orsola

Bologna, 14 febbraio 2021 - La variante inglese del virus Sars Cov 2 è arrivata anche sotto le Due Torri. O meglio: è presente nel nostro territorio già da giorni. Sono risultati positivi all’esame del sequenziamento del materiale genetico, infatti, i 14 campioni del focolaio scoppiato una settimana fa nella Gastroenterologia del Sant’Orsola. I tamponi molecolari, analizzati con una sorta di pre-test nella Microbiologia del Policlinico, appartenevano a dieci pazienti e a quattro operatori sanitari. L’esito finale è dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Emilia-Romagna e Lombardia di Parma. "Me lo aspettavo – ammette Chiara Gibertoni, direttore generale del Sant’Orsola – e questa è solo una conferma. E anche l’andamento dei contagi che non scendono più, ma lentamente tornano a crescere, è una dimostrazione che il virus con la variante sta circolando".

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Ma quanto è diffusa la variante? Già nei giorni scorsi la Regione aveva ipotizzato che sui 213 tamponi raccolti in tutta l’Emilia-Romagna, almeno un terzo poteva essere ritenuto sospetto, quindi circa 70, perché potrebbe contenere la mutazione. Questo studio, che sarà reso noto nei prossimi giorni, è stato intrapreso su mandato dell’Istituto superiore di sanità che ha avviato l’indagine a livello nazionale. Sono al lavoro i laboratori di Pievesestina, in Romagna, Parma, il Sant’Orsola e Modena, in collaborazione con la Regione – servizio Prevenzione collettiva e sanità pubblica – e i Dipartimenti di Sanità pubblica delle Aziende sanitarie territoriali. Tra l’altro, ora i microbiologi stanno analizzando anche ulteriori 177 campioni. Insomma, l’allerta è elevata.

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«L’Rt sta crescendo, ora è a 1,06. Presto avremo un’indicazione più chiara di come si distribuisce la variante – precisa Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl – e noi ipotizziamo che nel nostro territorio ogni quattro casi ci possa essere la presenza della variante inglese. È una stima che deriva dalla nostra osservazione dei casi sospetti con alto titolo virale. E dal momento che oggi abbiamo 364 nuovi contagi, 90 potrebbero contenere una variante". 

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Tra i nuovi positivi, 234 sono i sintomatici. Purtroppo, hanno perso la vita altre 18 persone. Otto donne, tra i 76 e i 98 anni, e, tra i dieci uomini che non ce l’hanno fatta, il più giovane aveva 55 anni. L’età delle altre vittime maschili va dai 67 agli 88 anni. Domani sarà pronto anche il nuovo rapporto settimanale sulle scuole, intanto anche in questo ambito c’è qualche contagio in più. "Questa settimana abbiamo avuto 32 positivi in più tra gli studenti di tutte le scuole – fa i conti Pandolfi –, mentre nei sette giorni precedenti erano 28. In attesa dei nuovi dati, osserviamo che nelle superiori, dove i ragazzi sono in presenza al 50%, questa misura mitiga l’effetto della diffusione del virus, mentre un problema sta emergendo nelle medie inferiori dove non si fa didattica a distanza".

«Si sta aprendo anche per noi la possibilità di partecipare alla campagna vaccinale – spiega Maurizio Camanzi, segretario provinciale della Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale –. Martedì avremo un incontro in Regione e il giorno dopo con l’Ausl. Siamo disponibili a partire con le somministrazioni al personale scolastico, anche se ci occorrerà almeno una settimana per allestire i nostri studi. Questo target di popolazione lo avevamo già incontrato lo scorso settembre quando abbiamo eseguito i test sierologici. Il vaccino AstraZeneca è compatibile con le profilassi nei nostri studi – sottolinea Camanzi –, perché non richiede una conservazione della catena del freddo eccessivamente tecnologica. Certo, ogni fiala contiene dieci dosi e quindi dovremo prevedere prenotazione di persone in multipli di dieci".  

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