CronacaCovid Bologna, Viale e il boom dei contagi. "È la punta dell’iceberg"

Covid Bologna, Viale e il boom dei contagi. "È la punta dell’iceberg"

L’infettivologo (Sant’Orsola): "Salgono i ricoveri ’incidentali’ di positivi al Covid. E negli ospedali la gestione organizzativa è ai limiti della sostenibilità"

Bologna, 4 luglio 2022 - Contagi Covid ancora in salita, a quota 1.352 come venerdì scorso. L’impennata con valori così alti è iniziata da oltre dieci giorni e gli ospedali iniziano a risentire dell’aumento dei pazienti nelle bolle, dove vengono assistiti i malati entrati per altre patologie e poi trovati positivi al tampone.

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Il professor Pierluigi Viale: "Rischiamo di tornare ai reparti Covid"
Il professor Pierluigi Viale: "Rischiamo di tornare ai reparti Covid"

Professor Pierluigi Viale, il picco è atteso a metà mese con migliaia di casi al giorno: prevede un periodo difficile?

"Ho imparato che con il Covid non si possono mai fare previsioni: il virus è sempre un passo avanti a noi. Soprattutto adesso, perché Omicron 5 è una variante estremamente contagiosa. Comunque, negli ospedali non siamo in difficoltà, ma molto di più. Ormai la situazione è ai limiti della sostenibilità per la gestione organizzativa e rischiamo di tornare ai reparti Covid", risponde il direttore del Dipartimento interaziendale di Malattie infettive.

Il modello delle bolle non sta dando i risultati sperati?

"Le bolle vanno benissimo in fase endemica, quando in un reparto con 12-14 posti letto ci sono due positivi. Ma se i contagiati diventano 6-8 la bolla non è più sostenibile. È qui lo snodo epidemiologico: aumentano i pazienti che si presentano nei Pronto soccorso per diversi motivi e poi al tampone si scoprono contagiati. Se continuano a salire i ricoveri ’incidentali’, trovare posto nelle bolle diventerà via via più difficile e i reparti e gli ospedali richiano di diventare un’unica grande bolla".

Quindi, che cosa suggerisce?

"Abbiamo a che fare con un virus totalmente diverso da quello originale, molto molto più contagioso, ma meno aggressivo. Ci aspetta quindi un incremento rapido dei casi e deve essere chiaro che quelli che tracciamo sono solo la punta di un iceberg ben più vasto. Se allora ci aspettano in Italia decine di migliaia di casi, in larga maggioranza non gravi, è forse venuto il momento di rivedere le regole e le misure di tracciamento, screening, quarantena e contumacia, pensate e applicate in una fase epidemica totalmente differente.

Che cosa non le va giù?

"Mi chiedo se sia utile continuare a tenere a casa centinaia di lavoratori divenuti asintomatici, ma ancora positivi ovvero semplici contatti di conviventi con infezione".

Potrebbero tornare a lavorare prima della fine della quarantena?

"Mi sentirei di rispondere sì, naturalmente con la mascherina, riducendo il danno economico e sociale correlato. Non so se abbia ancora un senso isolare una persona trovata positiva, quando magari nel condominio in cui vive ci possono essere altri 15 positivi che non sanno di esserlo perché o non hanno sintomi o non hanno fatto il tampone".

Però sono in aumento anche i ricoveri per polmoniti da Covid. La preoccupa?

"Non molto – replica pronto l’infettivologo – perché per la legge dei grandi numeri è normale, sebbene percentualmente siano pochi. Purtroppo sono sempre i cittadini anziani, fragili, e immunodepressi che pagano il prezzo della malattia grave, unitamente ai non vaccinati. Invece, inviterei tutti a fare il tampone prontamente in presenza di sintomi, perché gli antivirali funzionano e se maggiormente prescritti, potrebbero aiutarci a migliorare rapidamente la sintomatologia e contenere la circolazione del virus".

A questo punto si augura che le regole vengano riviste?

"Non possiamo e non vogliamo andare contro la legge, ma mi piacerebbe che le persone considerate, a torto o ragione, riferimenti culturali, aprissero il dibattito scientifico con il governo sulla possibilità di ridiscutere alcuni principi gestionali. Non è un’eresia rivedere le regole epidemiologiche: nel dramma forse ci potrebbero traghettare a una vita migliore con il Covid".

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