Cremonini: "Questa città è musica"

Il tenore al Comunale con il suo ultimo volume: "Un viaggio da Mozart a Verdi"

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di Marco Beghelli

Cristiano Cremonini, 47 anni, bolognese, è un’atipica figura di artista poliedrico. Lo incontriamo in occasione dell’uscita del suo nuovo libro Il teatro della gente, che verrà presentato oggi alle 18.30 nel Foyer Respighi del Teatro Comunale.

"Per vent’anni ho fatto il tenore d’opera, cantando in vari teatri d’Italia e d’Europa. Ma la dimensione dell’interprete cominciava a starmi stretta: sentivo più forte la spinta creativa, per proporre ciò che si sviluppa invece dentro di me. E così quattro anni fa ho deciso di dare una svolta alla mia vita: ho abbandonato il palcoscenico, ma non il mondo del teatro, convertendo nella scrittura la mia passione per l’opera e abbracciando altri generi musicali".

Cosa ricorda con maggior piacere di quegli anni?

"L’opera che ho cantato più spesso è L’elisir d’amore di Donizetti. Mi sentivo in particolare sintonia con il personaggio di Nemorino, un ragazzo semplice ma ironico. Ecco, ora quella semplicità e quell’ironia le trasferisco nelle pagine dei miei libri".

Quanti fino ad oggi?

"Tre, se escludiamo L’ultima rosa, una giovanile raccolta di poesie (Lalli 1999), premiata alla prima edizione del Concorso Guido Gozzano. Tenore all’opera (Pendragon 2013) fu l’esito di conferenze divulgative proposte durante gli anni a Castelmaggiore, dove vivo, incentrate sui grandi compositori d’opera italiani. Venne poi Opera d’amore (Pendragon 2015), una riflessione più approfondita su otto eroine del melodramma ispirate a personaggi realmente esistiti. Ed ora giunge Il teatro della gente (Calamaro 2021), su cui ho lavorato la scorsa estate, ripercorrendo i più importanti eventi musicali legati a Bologna, da Mozart e Farinelli a Rossini e Verdi".

Quale l’ha più appassionata?

"Ripercorrere i due giorni di permanenza a Bologna di Richard Wagner, nel dicembre 1876, è stato entusiasmante. Il compositore venne per ringraziare dell’accoglienza riservata al suo Lohengrin nel 1871, esattamente 150 anni fa: era la prima volta che si rappresentava in Italia una sua opera, e Bologna si era guadagnata da quel giorno la nomea di città wagneriana. Il Maestro venne accolto con tutti gli onori, di cui le lunghe cronache comparse sui giornali dell’epoca riportano ogni dettaglio, permettendo al lettore d’oggi di immedesimarsi in quegli eventi".

Per il futuro?

"Riprendo l’attività di cantautore. Quattro anni fa pubblicai un primo cd intitolato Tempo presente e sto ora ultimando il secondo. Nelle sue varie forme e nei suoi vari stili, la musica continua a rimanere al centro della mia vita".

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