
"Il commercio di vicinato sta affrontando un momento di grave difficoltà". Il presidente di Confesercenti Emilia Romagna, Dario Domenichini, illustra, senza mezze misure, la dura realtà che colpisce i negozi e le botteghe dei borghi e delle città emiliano-romagnoli. Il tema è al centro oggi dell’assemblea annuale dell’associazione.
Presidente, come sta il nostro tessuto economico?
"Viviamo una situazione molto difficile, legata alle problematiche che di anno in anno si stratificano. Dal grosso calo dei consumi alla chiusura dei negozi, che decidono di abbassare la saracinesca nonostante producano ancora reddito, affrontiamo un mancato ricambio generazionale, non c’è nessuno che subentra. Siamo molto preoccupati per il nostro settore commerciale, che va sostenuto in maniera drastica: dal recupero dei salari, per aumentare i consumi interni, alla promozione della legalità, anche online, dove c’è più facilità di delinquere e di evadere il fisco. Queste risorse si potrebbero recuperare per sostenere il piccolo commercio e la promozione del turismo nei nostri territori".
Quali sono le vostre proposte?
"Abbiamo proposto di detassare gli aumenti contrattuali, che permetterebbero di aumentare le buste paga, e in più abbiamo richiesto un’operazione straordinaria di detassazione della tredicesima, proprio per incentivare i consumi a Natale. Serve anche un nuovo approccio al credito, perché le imprese sono uscite dalla pandemia indebitate ed è impossibile, anche con i tassi di interesse attuali, saldare i debiti. Tra le richieste, anche l’attenzione particolare alle imprese con un fatturato inferiore a 400mila euro, proprio di commercio di vicinato, che avrebbero bisogno di una moratoria da un punto di vista fiscale, al fine di renderle sostenibili. Un traghettamento verso un futuro incerto, che vede poche aperture e molte chiusure".
Che ruolo gioca l’economia urbana?
"Sui centri storici gravita un vasto insieme di attività e di servizi, per questo bisogna fare dei ragionamenti globali, coinvolgendo edilizia, cambi di destinazione d’uso e affitti brevi. Il turismo ci dà speranza e fa da volano per le attività commerciali. La nuova legge che sostituisce la legge 41, dedicata al commercio nei centri storici, è appena partita e speriamo possa essere di supporto, ma devono esserci le risorse necessarie per farla funzionare".
Cosa vi chiedono gli associati?
"Bisognerebbe ragionare e lavorare sulle infrastrutture, partendo anche dal raggiungimento delle località turistiche. La Regione è molto impegnata per sbloccare la situazione, così come sul tema delle strutture ricettive, dove non deve mancare l’ottica di sostenibilità. I turisti cercano destinazioni sostenibili dal punto di vista territoriale e ricettivo alberghiero. Per questo tema servono finanziamenti, come per l’infrastruttura di sicurezza".
Mariateresa Mastromarino
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