Crisi di governo, Delrio saluta l’M5s "Se populisti, l’alleanza non esiste"

L’ex ministro evoca il ‘modello Emilia-Romagna’: "Il Pd porti avanti un’agenda di governo con chi ci sta". Moretti e De Maria: "Sì al Draghi bis". La parlamentare Ue: "Riprendere il dialogo con Renzi e Calenda"

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"Il campo largo è un progetto che aveva senso proporre, ma che adesso è sostanzialmente archiviato. Il Pd a livello nazionale deve fare quello che fa in Emilia-Romagna: avere una forte proposta progammatica che parli al Paese, un’agenda di governo che deve essere alla base dell’interlocuzione con altre forze, con chi ci sta. Questa cosa si può fare però soltanto con tutti coloro che scelgono di non usare il populismo". E’ un Graziano Delrio molto chiaro quello che due sere fa ha analizzato la crisi di governo in corso, ospite della partecipatissima Festa dell’Unità di Castel Maggiore (pienissimo il mega-stand tra piatti di gricia e crescentine, lunghe file alla cassa in stile pre-pandemia). Con lui, a un dibattito che doveva fare perno sul conflitto Ucraina-Russia ma che ha inevitabilmente, in parte, virato sulla crisi di governo, c’erano la parlamentare europea dem Alessandra Moretti e il collega del Pd alla Camera, il deputato Andrea De Maria. Quello di Delrio è stato un distinguo chiaro. "Se i Cinque Stelle, per guadagnare due punti percentuali, ritornano al populismo del 2018, continuando con i toni di questi giorni, allora l’alleanza non c’è". D’accordo Moretti. "Con il momento di difficoltà che attraversa il Paese tu apri la crisi di governo per recuperare un Di Battista? E’ una follia". L’europarlamentare ha rilanciato la possibilità di un dialogo costruttivo con Calenda e Renzi. "Devono dirci loro, adesso, cosa intendono fare. Se era di ostacolo a quel patto l’M5s, inviso a entrambi, oggi io credo che in quel campo largo forse una riflessione la dobbiamo aprire". Delrio e Moretti hanno concordato con De Maria: serve spingere per un Draghi bis. "Siamo pronti per andare al voto domani – ha detto il deputato bolognese –, credendo sempre in un’alleanza larga con il Pd perno centrale. Certo, è stato da irresponsabili portare il Paese in questa situazione. Ci avevo creduto nei Cinque Stelle, e in parte ci credo ancora. Ma sono deluso per come hanno messo i loro calcoli elettorali davanti all’interesse del Paese".

Ieri diversi esponenti politici locali hanno commentato lo choc di governo. Matteo Lepore è stato più ‘tenero’ di due giorni fa, quando aveva delineato in maniera più netta la possibilità del voto. "Io credo che lo sforzo che dobbiamo fare tutti oggi sia quello di ricostruire questa maggioranza per mantenere un governo attivo, forte e che possa mettere in campo quelle riforme che le famiglie si aspettano, in particolare sul fronte dei redditi e dell’agenda sociale", ha detto il sindaco. ‘Esulta’ invece, se così si può dire, Italia Viva. "Le dimissioni di Mario Draghi ci stanno mettendo in imbarazzo davanti al mondo – hanno dichiarato Giampiero Veronesi e Lina De Troia –. L’unico elemento confortante è che finalmente da oggi in poi non sentiremo mai più parlare di Giuseppe Conte e del movimento Cinque Stelle: populisti nel dna".

Paolo Rosato

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