Crisi di panico alla Rocca Soccorsa grazie all’App

Tuoni e lampi hanno spaventato la ragazza in ferrata a Badolo. Il compagno avvisa gli alpini. che l’hanno fatta scendere

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L’avvicinarsi del temporale e l’intensa attività elettrica ha causato in una ragazza di 29 anni una crisi di panico, proprio mentre lei era a metà della ferrata della Rocca di Badolo, nei pressi di Sasso Marconi. "Ho visto i fulmini, ho sentito i tuoni, mi sono attaccata al cavo d’acciaio e non mi sono più mossa per la paura", ha raccontato ai soccorritori della stazione di Rocca di Badolo. I quali l’hanno calmata per accompagnarla a valle.

È successo l’altra sera. Pochi minuti dopo le 19 è arrivata una telefonata al Soccorso alpino tramite l’App Georesq, che serve proprio per casi come questo, geolocalizzando colui che chiama e rendendo la sua posizione immediatamente visibile ai soccorritori. La ragazza era in compagnia di un imolese, un uomo di 37 anni, ed entrambi stavano salendo la parete rocciosa utilizzando la ferrata. All’altezza della prima cengia – circa 300 metri da terra, metà dell’arrampicata – la crisi di panico. Si stava infatti avvicinando un fronte temporalesco, e questo ha scombussolato la giovane: fulmini e tuoni sopra la testa l’hanno paralizzata (il temporale si è poi risolto in poche gocce di pioggia).

Il compagno, visto che i tentativi di calmare la ragazza erano falliti, ha attivato l’App Georesq; la sala operativa nazionale del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico ha attivato la squadra di Rocca di Badolo, formata da cinque unità. I cinque sono saliti fino alla coppia, scoprendo che i due erano attrezzati di tutto punto per quel percorso, poi, dopo aver assicurato l’imbrago della giovane a un cavo d’acciaio, l’hanno dapprima tranquillizzata e poi l’hanno accompagnata nella discesa dalla parte superiore della parete. Così lei ha ‘camminato’ verso il basso, sentendosi in parte trattenuta e rassicurata dal cavo nella salde mani dei soccorritori posizionati poco più in alto. Il compagno è invece sceso da solo. L’operazione di soccorso è durata circa 40 minuti.

La parete rocciosa della Rocca di Badolo è una sorta di palestra per l’arrampicata, nota a tutti gli appassionati bolognesi di alpinismo e frequentata anche da gente da fuori provincia. La difficoltà dell’itinerario non è alta, ma alcuni passaggi sulla roccia liscia (si tratta di arenaria) non sono da prendere sotto gamba.

ma. mar.

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