FABIO MARCHIONI
Cronaca

Crolla il campanile di Grecchia: "Era un simbolo dell’Appennino"

La chiesa di origine romanica era stata chiusa nel 1938 e gli arredi dislocati in altri luoghi di culto. L’assessore alla cultura Maini: "Epilogo prevedibile per un sito abbandonato in un territorio fragile".

A fianco, nella foto di Luigi Riccioni, il campanile crollato e, sotto, l’edificio come era (foto Lanzoni)

A fianco, nella foto di Luigi Riccioni, il campanile crollato e, sotto, l’edificio come era (foto Lanzoni)

Il campanile di Grecchia non c’è più. Il crollo dell’unica parte ancora in piedi dell’ex chiesa romanica di San Lorenzo è avvenuto nelle prime ore della mattina del 18 febbraio. La struttura principale dell’edificio, uno dei più antichi del territorio di Lizzano in Belvedere, era implosa già da decenni. "La chiesa di Grecchia – racconta Alessandra Biagi, storica del gruppo studi Capotauro – risaliva al XIII secolo. Il campanile era stato costruito su una struttura difensiva preesistente. La chiesa è stata chiusa nel 1938 e gli arredi di maggiore pregio dislocati in altri importanti luoghi di culto. L’altare è tuttora esposto nella chiesa di San Giacomo Maggiore a Bologna". Ubicato lungo il tracciato della Piccola Cassia, uno dei cammini che solcano l’Appennino bolognese, il campanile ha miracolosamente resistito nel tempo, minacciato a valle da un movimento franoso che lo ha soltanto lambito senza essergli fatale.

A determinare la caduta dell’antica torre campanaria è stata probabilmente l’incuria. "Il crollo era purtroppo prevedibile – afferma Paolo Maini, assessore alla cultura del comune di Lizzano – ma non per questo meno doloroso. Il sito era abbandonato da anni, in un contesto ambientale estremamente fragile che rendeva tutto più difficile. Le nostre comunità sono sempre sensibili allo stato di conservazione dei luoghi di culto, come dimostrano gli interventi eseguiti negli ultimi anni a Gabba, Monteacuto e Lizzano. Di fronte alla perdita di uno dei simboli del territorio non si può che provare rammarico".

Sebbene non si possa parlare di un evento inatteso, la notizia ha fatto il giro dei social e suscitato dispiacere nei tanti che conoscevano il luogo. "Il campanile di Grecchia – scrive Enrico sulla sua pagina – era uno dei simboli del Corno alle Scale". Non mancano, in mezzo alle testimonianze, le critiche per un epilogo già scritto. "Lo dico con molta tristezza – ha scritto un cittadino che vive poco lontano – la colpa di questo cumulo di macerie non è solo della natura, le responsabilità sono di molti, anche dentro l’ambiente ecclesiastico". Tra le immagini postate a ricordo del campanile che fu ci sono anche quelle di Luigi Riccioni, fotografo lizzanese e curatore dell’archivio Margelli. "Mi piange il cuore come se avessi perso una persona cara – scrive il fotografo –. Costruiamo capolavori poi, se non rendono più, li abbandoniamo".

Fabio Marchioni