Crolla l’arrivo dei profughi in città "Sono scesi da 100 a 20 al giorno"

La Questura ha allestito un percorso ad hoc per le vittime di crimini di guerra

Migration

I primi tempi, subito dopo il ferale 24 febbraio, gli ucraini in fuga dalla guerra che ogni giorno si riversavano in città erano più di cento, "ma oggi siamo attorno ai venti-trenta. Così, contiamo nel giro di un mese di metterci a regime con le pratiche di permesso di soggiorno di protezione temporanea". A spiegarlo è la neo dirigente dell’Ufficio immigrazione della Questura, Elena Jolanda Ceria, che illustra come la città sia capofila di un’attività di accoglienza multifunzionale grazie all’hub di piazza XX Settembre allestito con Comune, servizi sociali e Servizio sanitario nazionale: "Qui i profughi che necessitano immediata accoglienza possono trovare sempre personale della Questura, servizi sociali per i i minori non accompagnati e sanitari in grado di fornire loro i codici fiscali per accedere alle cure mediche". I poliziotti poi fanno compilare loro un modulo in cui indicare le proprie generalità, eventuali necessità particolari e soprattutto se siano stati vittime dirette o indirette di crimini di guerra. In quest’ultimo caso seguono approfondimenti e si avvia un iter di assistenza ad hoc.

Un’organizzazione, questa, che consente alla Questura di emettere in tempi molto brevi i permessi di soggiorno validi sei mesi e rinnovabili per altrettanti. In più, l’Ufficio immigrazione assiste anche i russi che vivono in città, per lo più studenti, ora in difficoltà per l’embargo che colpisce il loro Paese. "Abbiamo ricevuto per esempio la mail di uno studente che ci ha chiesto aiuto – illustra Ceria – perché non può rientrare in Russia e gli sono stati bloccati i conti correnti, quindi non può pagare l’affitto, le tasse universitarie e neppure la spesa. L’Ufficio Immigrazione mette in contatto queste persone con i servizi sociali, per evitare che debbano fare loro malgrado le spese del conflitto in corso".

Infine, l’Ufficio da marzo a oggi si è occupato di ben 118 espulsioni di soggetti stranieri ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblici; di questi, tre sono stati riaccompagnati nel Paese d’origine con voli charter e 37 in centri di permanenza per i rimpatri in altre città.

f. o.

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