Cua, botte ai poliziotti Telecamere al setaccio

Solidarietà da FdI, Lega e Sap al capo della Digos Marotta e agli agenti aggrediti. Indagini in corso per individuare i soliti noti, una quindicina, autori del caos

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Fotografie e video, per ‘cristallizzare’ l’azione dei soliti noti del Cua. La Digos è già al lavoro, per identificare gli antagonisti autori delle violenze durante il corteo ‘It’s time to fight’, organizzato mercoledì pomeriggio dal collettivo. Oltre al dirigente della Digos Antonio Marotta, che è stato preso di mira dagli antagonisti, che lo hanno colpito con calci e pugni e anche tirandogli addosso un carrello, anche altri due agenti della Divisione investigazioni generali sono rimasti feriti nelle cariche degli antagonisti, una quindicina i ‘facinorosi’, intenzionati a ogni costo ad arrivare allo scontro con la polizia.

Anche gli studenti di Cua, già mercoledì sera, avevano parlato di decine feriti tra le loro fila, con "più giorni di prognosi", malgrado ancora nessuno fosse andato in ospedale a farsi refertare. Le telecamere presenti al corteo hanno comunque ripreso ogni momento di tensione, in cui non è mai intervenuto il Reparto mobile, sempre tenuto a distanza proprio per evitare scontri. Eppure, almeno uno degli antagonisti ha detto di essere stato manganellato. Tuttavia, l’unico ad avere con sé un palo, l’altra sera, era proprio un ragazzo di Cua. I disordini sono nati dalla pretesa degli antagonisti di uscire dalla cornice della zona universitaria. Visti però i danni fatti a novembre, si è deciso di cinturare l’area, così da contenere all’interno eventuali ‘performance’. E questo ha fatto scattare la rabbia dei collettivi che, come oche impazzite, hanno iniziato a correre qua e là tra via Zamboni, via Belle Arti, via San Vitale. Finendo per aggredire gli agenti della Digos, fermi per non farli passare. E in cerca di un dialogo con loro.

Il giorno dopo, al dirigente Marotta e agli agenti feriti è arrivata la "Massima solidarietà di Fratelli d’Italia. Quello che è accaduto è l’ennesima conferma che la città sia fuori controllo da quando Lepore è sindaco. Cosa dobbiamo aspettarci di peggio? L’escalation delle violenze del Cua è preoccupante. Ci vuole una risposta chiara da parte della Giunta". Anche Matteo Di Benedetto della Lega esprime solidarietà, chiedendo che "tutta la sinistra condanni l’accaduto e agisca. Il sindaco prenda le distanze dai violenti e da chi da inizio mandato non proferisce parola contro questi gruppi volenti e organizzati. Il silenzio incentiva episodi come questi. E ora si sgomberino tutti gli immobili occupati". "Prendersela con le forze dell’ordine solo perché non hanno permesso loro di lasciare la zona universitaria e uscire fuori dall’itinerario concordato è inaccettabile e non più tollerabile – chiude Tonino Guglielmi, segretario del Sap –. Si tratta dell’ennesima rimostranza orchestrata dal collettivo che continua a non digerire e rispettare l’esecutivo formatosi dopo elezioni in maniera democratica. Tutto questo il Sap lo considera inaccettabile".

Nicoletta Tempera

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