CronacaManichino della Meloni a Bologna, misure cautelari nei confronti di esponenti del Cua
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NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Manichino della Meloni a Bologna, misure cautelari nei confronti di esponenti del Cua

La Digos ha eseguito dodici misure cautelari tra obblighi di firma e divieti di dimora per i vandalismi del collettivo, lo scorso autunno in città. Sequestrato anche lo spazio occupato in via San Giacomo

La polizia durante un corteo del Cua in città (foto Schicchi)
La polizia durante un corteo del Cua in città (foto Schicchi)

Bologna, 7 febbraio 2022 – La Digos di Bologna ha eseguito 12 misure cautelari a carico di alcuni esponenti dei collettivi, per i vandalismi e le aggressioni dell’autunno scorso in città.

Si tratta di 12 misure cautelari (due divieti di dimora e dieci obblighi di firma) ad altrettanti appartenenti del Cua e di Laboratorio Cybillatra. Nell’indagine della Digos sono state eseguite anche diverse perquisizioni. Le misure sono state messe in atto su disposizione del procuratore capo Giuseppe Amato e del pm Antonio Gustapane, titolari delle indagini.

Le misure emesse sono relative all’occupazione dello studentato Beyoo di via Serlio, a ottobre scorso, e alla Parade 2, il corteo durante il quale fu imbrattata la sede del Sapori e Dintorni Conad di via Indipendenza e fu appeso a testa in giù dalle Torri un fantoccio raffigurante là premier Giorgia Meloni. Nel corso dell’operazione è stato posto sotto sequestro anche lo spazio occupato Split in via San Giacomo.

Le indagini si sono basate, come conferma la questura, sulle numerose immagini a disposizione, che hanno permesso di individuare alcuni elementi di spicco del Cua, indagati per "vilipendio, minaccia aggravata, violenza privata aggravata, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento e accensione di fumogeni".

Per 11 attivisti l'attività d'indagine ha riguardato anche l'occupazione dello studentato di via Serlio che ha portato alla contestazione del reato di invasione arbitraria di terreni o edifici ed violenza privata in concorso.

L'attività di perquisizione ha interessato anche agli spazi illegalmente occupati e direttamente collegati ai reati contestati agli indagati, di proprietà dell'Università, all'interno della zona universitaria. 

Lepore: “Lasciamo che le indagini proseguano”

"Abbiamo rispetto per il lavoro delle forze dell'ordine, quindi lasciamo che le indagini proseguano". Così il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, sulle 12 misure cautelari nei confronti degli attivisti dei collettivi che nel novembre scorso appesero a testa in giù un pupazzo con le fattezze di Giorgia Meloni da una impalcatura nel centro storico.

"Apprezziamo il lavoro che la Procura sta facendo- aggiunge il sindaco- perché non bisogna lasciare nulla al caso. Credo che in questo momento le istituzioni a Bologna siano molto unite e stiano lavorando benissimo".

Alma Mater valuta azioni disciplinari

L'Alma Mater di Bologna verificherà se ci sono gli estremi anche per provvedimenti disciplinari a carico degli esponenti dei collettivi per i quali sono state disposte misure cautelari per il fantoccio con le sembianze della premier Giorgia Meloni appeso a testa in giù sotto le Due torri il 10 novembre scorso. "Siamo stati informati delle azioni che ha fatto la Questura- commenta il rettore Giovanni Molari, questa mattina a margine di una conferenza stampa in Ateneo- noi stiamo seguendo i fatti e offriamo come sempre massima collaborazione alle Forze dell'ordine".

Ci saranno quindi provvedimenti disciplinari da parte dell'Ateneo nel caso di studenti coinvolti? "Verificheremo", risponde il rettore. In ogni caso, aggiunge Molari, "si sta parlando di azioni fatte dalla magistratura su fatti che in gran parte si sono svolti all'esterno dell'Università di Bologna".