Cultura Bio, l’indagine Ci crede un italiano su due

Presentato al Sana il sondaggio di Swg in collaborazione con AssoBio. Cresce la consapevolezza, ma il 56% non si fida di certificazioni ed etichette.

Cultura Bio, l’indagine  Ci crede un italiano su due

Cultura Bio, l’indagine Ci crede un italiano su due

Il mercato del biologico è in crescita e l’alto numero dei visitatori al Sana, anche se solo in chiave B2B, lo dimostrano.

Ma, nel concreto, come viene percepita l’intera filiera biologica agli occhi dei cittadini? AssoBio, associazione di categoria tra gli organizzatori dell’expo, in partnership con Swg, indaga la percezione del biologico e i green claims in un complesso quadro nazionale, attraverso un’indagine su un campione di 973 persone tra i 18 e i 74 anni. L’analisi indaga a tutto tondo sul mondo bio, dall’alimentare al cosmetico, e i risultati, nonostante l’impegno preso da parte di istituzioni e associazioni nel settore, sono allarmanti.

"Nel 2018, un italiano su quattro non credeva al biologico, ora invece siamo al 55%", illustra il dottor Riccardo Grassi di Swg. Ma un risultato positivo per poco più della metà degli intervistati non è sufficiente, soprattutto perchè il 56% dei consumatori non crede nemmeno alle identificazioni o alle certificazioni poste sulle etichette dei prodotti biologici. In alcuni casi, addiritura, le etichette non vengono ben interpretate o non vengono proprio riconosciute. Il 38%, per esempio, non riconosce nemmeno il comune luogo della certificazione Fsc, entrata nelle nostre case già ormai più di vent’anni fa. "Questi dati evidenziano la frattura che c’è - sostiene Grassi –. La fiducia nel consumatore è bassa, ma il tema è caldo". Tra queste, c’è l’attenzione dei cittadini destinata al sostenibile. Il 60% degli intervistati ha l’attenzione molto alta nell’acquisto di prodotti sostenibili. Un buon risultato, ma chi non sostiene il biologico è la fascia più giovane, rappresentata dai giovani. "In un momento in cui le famiglie stanno attente al denaro, il 70% sarebbe disposto a spendere di più pur di avere la garanzia di avere nel carrello un prodotto biologico", aggiunge Grassi. Ma non è facile orientarsi nella filiera: dai dati emerge che il settore più credibile è quello agroalimentare, seguito da quello cosmetico.

"Le ricerche fanno riflettere – conclude Nicoletta Maffini, presidente di AssoBio –. Il 70% è interessato ai temi ambientali, ma c’è bisogno di garanzia e chiarezza per riconoscere i prodotti giusti. È necessario agire in modo congiunto tra associazioni e istituzioni, per fare chiarezza sui temi, in particolare quello di diffondere la conoscenza del logo europeo del biologico".

Mariateresa Mastromarino