"D’Annunzio, il mio amico del cuore"

Roberto Iseppi, industriale e presidente del Circolo della Caccia, è uno dei più grandi collezionisti di materiali originali dannunziani

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di Pierfrancesco Giannangeli

C’è un appartamento in piazza San Domenico, nel cuore di Bologna, che è la casa di Gabriele D’Annunzio. No, lì il Vate non ci ha mai vissuto nella sua esistenza, ma il suo spirito e la sua memoria vi sono presenti ogni giorno, qui e ora, attraverso una imponente messe di libri, manoscritti, lettere, cimeli e altri oggetti che raccontano l’uomo e la sua opera.

Il padrone di casa si chiama Roberto Iseppi e da quasi un quarto di secolo si dedica alla certosina raccolta di tutti i materiali che riguardano lo scrittore. Una passione, anzi, una missione di vita, nata da un incontro casuale per un imprenditore che ha fondato diverse aziende meccaniche ed è il presidente del Circolo della Caccia di via Castiglione ("la presidenza del circolo è un vero lavoro, altroché!" tiene a precisare Iseppi con la giusta dose di orgoglio).

Ma attenzione, questo di piazza San Domenico non è un museo polveroso come un magazzino di anticaglie, bensì un luogo che respira ogni giorno, che produce cultura per la città e fuori dalla città. Tra le stanze dell’appartamento girano studiosi, ricercatori, studenti -–l’ultimo è stato un giovane francese –, qui si pensano, si costruiscono e si pubblicano libri e ricerche, come i tre volumi che raccontano con una schedatura completa la Collezione Iseppi, e di cui è in preparazione il quarto, perché questa è una raccolta fluida, in continuo arricchimento. O come i due studi di Giuseppe Virelli, ricercatore dell’Università di Bologna, dedicati a Giuseppe Ciro Galvani, devoto primo attore nella compagnia di Eleonora Duse, e al carteggio tra D’Annunzio e Olga ’Febea’ Ossani. Ma qui ha preso vita anche l’ultimo, tradizionale ’taccuino’ natalizio del Circolo della Caccia, sui dodici tratti di portici bolognesi candidati a patrimonio Unesco con scritto finale dannunziano.

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Fino al 1997 quello del Vate per Roberto Iseppi era solo un ricordo che richiamava antiche aule scolastiche. A quell’epoca aveva un’azienda a Nonantola e frequentava la libreria antiquaria di Paolo Bongiorno a Modena. "Una volta – racconta – mentre uscivo l’occhio mi cade sul Notturno di D’Annunzio. Era molto bello come legatura e gusto grafico, e c’era anche una dedica di suo pugno, con la sua elegante scrittura. D’istinto lo compro per regalarlo a mia figlia. In casa il libro ha sempre girato da un tavolo all’altro, mi seguiva".

Ecco, di questo Iseppi è convinto: di essere costantemente seguito da D’Annunzio. D’altra parte non gli si può dare torto, se si ascolta la parte successiva del racconto. "Ritorno per un altro motivo da Bongiorno, ancora un segnale: mentre esco dalla libreria prendo in mano un libro, di nuovo D’Annunzio, è La beffa di Buccari. Compro anche quel secondo volume. Dopo dieci giorni c’è il Mercante in Fiera a Parma, passo davanti al piccolo stand di un libraio milanese che aveva cartoline e lettere, guardandole mi riportavano al periodo dannunziano. Chiedo a questo signore se aveva materiale su D’Annunzio. Mi porta sul retro e mi mostra il manoscritto originale della Beffa, con una serie meravigliosa di fotografie relative alla Grande Guerra. Compro tutto, lui resta sbalordito". E mica finisce qui, macché. "Uscendo, due signori mi seguono: erano altri commercianti che avevano l’opera omnia di D’Annunzio, in marocchino, la rarissima 150esima copia".

Da quei primi contatti non è passato un giorno senza che Roberto Iseppi abbia, in un modo o nell’altro, parlato di e con D’Annunzio. Oggi la sua raccolta conta centinaia e centinaia di materiali, che la rendono una collezione importante, perché c’è un aspetto che fa la differenza: è una collezione viva. "A differenza di tanti collezionisti, che in genere tengono nascosto, non vogliono far vedere, io tutto quello che ho l’ho raccolto in volumi, realizzati in collaborazione con il Vittoriale, a disposizione di studiosi e appassionati. I libri li regalo, perché questo permette di tenere accesa la conoscenza di D’Annunzio. È uno scrittore attualissimo e collezionarlo appaga".

 

 

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