Da Gardiner alla Chamber: i big sul palco

Bologna Festival apre la rassegna ’Grandi interpreti’: domani gli English Baroque Soloist e giovedì ’l’Orchestra of Europe’ guidata da Hruša

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di Marco Beghelli

Il Bologna Festival dà inizio alla 41ª rassegna dei ’Grandi interpreti’, che come sempre, porta in città i più bei nomi del concertismo internazionale. L’avvio del cartellone 2022 è in grande stile, con ben due appuntamenti di prestigio a sole 72 ore di distanza. L’inaugurazione è fissata per domani (Auditorium Manzoni, ore 20.30), con il decano della musica barocca Sir John Eliot Gardiner, da anni sempre più interessato a confrontarsi con le epoche successive (è dello scorso autunno un elegantissimo ’Falstaff’ verdiano a Firenze). Per Bologna ha preparato, insieme ai suoi English Baroque Soloists (gruppo strumentale fondato nel 1978), un programma all’insegna del classicismo viennese di fine Settecento, repertorio nel quale mette a buon frutto la sua tipica predisposizione verso un rigore esecutivo illuminato da sottile immaginazione interpretativa. Si comincia con Haydn e la sua Sinfonia n. 103, detta ’Il rullo di timpani’ per l’eclatante gesto sonoro che l’avvia. Segue la Sinfonia concertante per violino e viola di Mozart, partitura amatissima dal pubblico per la catalizzante presenza di due strumenti solisti che duettano amabilmente sul tappeto orchestrale (per l’occasione, la transilvana Kati Debretzeni e la francese Fanny Paccoud, ‘prime parti’ dell’orchestra stessa). E per concludere la Sinfonia n. 39 ancora di Mozart, un caposaldo del genere sinfonico.

Capolavori massimi sono anche quelli annunciati per il secondo appuntamento della rassegna (giovedì, sempre al Manzoni alle 20,30): il Concerto per violino di Beethoven e la seconda Sinfonia di Schumann, con la celebrata Chamber Orchestra of Europe – ormai quasi una presenza fissa fra Bologna e dintorni – guidata dal ceco Jakub Hruša, recentemente nominato direttore ospite principale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. L’attesa è comunque soprattutto per la violinista Patricia Kopatchinskaja: di origini moldave con formazione viennese, da oltre vent’anni spazia fra il repertorio barocco e il contemporaneo, facendosi notare per la bizzarra abitudine di suonare in palcoscenico a piedi scalzi. Secondo il suo racconto, tutto cominciò per caso, essendosi dimenticata una sera le scarpe da concerto in albergo (meglio nulla, evidentemente pensò, che calzature irrituali): "Quel contatto fisico dei piedi nudi mi mise così a mio agio da indurmi a non indossare più le scarpe in palcoscenico. È una sensazione ‘animale’, quella che provo. Prima di ogni esibizione sono molto in ansia e suonare scalza mi radica al suolo, facendomi sentire più sicura".

Novità di quest’anno sono gli incontri denominati ’Prima delle note’ che il Bologna Festival ha programmato per ogni appuntamento della rassegna ’Grandi interpreti’: alle 18, in San Filippo Neri (ingresso libero), ogni concerto sarà ampiamente presentato dal musicologo Guido Barbieri, voce ben nota nella programmazione serale di Rai-Radiotre.

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