Da Ustica al fiume Reno: i titoli che verranno

C’è anche Luci per Ustica, documentario sulla strage dell’Itavia IH870 del 27 giugno 1980 prodotto dalla Sonne Film, tra le tredici opere audiovisive finanziate dalla nostra Regione, nella seconda sessione del bando destinato a imprese con sede in Emilia-Romagna, per contributi che toccano quasi 500mila euro. Le opere che hanno beneficiato di questo sostegno – che chiude un 2022 a quota 2022 per 44 lavori compresi nei due bandi e uno stanziamento complessivo di oltre 3 milioni di euro – offrono un ampio spettro di stili e argomenti.

C’è ad esempio la suspense del cortometraggio Interno 18, prodotto da Sunset Soc. Coop e diretto da Matteo Lolletti, ma anche il racconto metacinematografico lungo il fiume Reno di Rheingold, prodotto da Mompracem (casa di produzione dei Manetti Bros.) che tiene a battesimol’opera prima di Lorenzo Pullega. Si riflette sulla sessualità e la disabilità in Let’s talk about sex di Sette e Mezzo Studio S.r.l. e si racconta Loris Stecca in A luci spente prodotto da Rodaggio S.n.c. Tra i titoli troviamo anche Saman – Una storia sbagliata, prodotto da Bue S.n.c. che ci riporta ad un fatto di cronaca recente, la tragica storia di Saman, giovane pakistana scomparsa nell’aprile dello scorso anno. Marco Mazzieri ritorna alla regia con documentario, prodotto da Aleo Film S.r.l. sulla storia di Genoveffa Cocconi in Cervi, madre dei sette fratelli Cervi, Genoveffa Cocconi i miei figli, i sette fratelli Cervi e arriva in regione una produzione finlandese con la coproduzione internazionale di T.c.b. srl: La morte è un problema dei vivi è la storia paradossale diretta da Teemu Nikki (Il cieco che non voleva vedere il Titanic) di un certo Risto Kivi, dipendente dal gioco d’azzardo e il suo amico Arto Niska, un uomo che a cui è rimasto solo il 15% del cervello. Entra nel sostegno anche Love for Steve, il documentario prodotto da Strade dell’Est Produzioni S.r.l. che racconta Steve Grossman, sassofonista newyorkese che trovò la sua America a Bologna a fine anni Ottanta.

Benedetta Cucci

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