Dal condominio alla casa nel bosco: "La scuola dei miei figli è la natura"

La famiglia di Manuela si è trasferita in Appennino alla ricerca di libertà. "Lezioni casalinghe e raccolta di erbe"

Famiglia decide di andare a vivere nel bosco

Famiglia decide di andare a vivere nel bosco

Gaggio Montano (Bologna), 30 agosto 2022 - Ha lasciato prima Levizzano e poi Mirandola, per andare a vivere in una casa in mezzo al bosco nel comune bolognese di Gaggio Montano con tutta la sua famiglia, specializzandosi nella raccolta delle erbe spontanee e decidendo di non mandare i suoi figli a scuola, bensì applicando per la loro educazione il sistema dell’educazione parentale, dall’inglese ’home schooling’. Questa, in estrema sintesi, è la storia che vede al centro Manuela Pagnotta, di origini levizzanesi, e suo marito Claudio, insieme ai loro due figli Riccardo (8) e Giulia (4).

Manuela, come è nata questa idea e da quando vi siete trasferiti a Gaggio Montano?

"Dopo avere provato l’esperienza della vita in condominio, dove devi necessariamente sottostare a certe regole, ci siamo messi alla ricerca di qualche cosa di molto più libero, dove i nostri figli potessero giocare all’aria aperta. Abbiamo cercato sia nell’Appennino modenese sia in quello bolognese. Da cinque anni siamo venuti ad abitare qui, a Gaggio Montano, in una casa nel bosco, che si chiama Cason dell’Alta. Lo stesso nome, lo abbiamo poi dato alla nostra azienda agricola, di 3 ettari, che circonda l’abitazione".

Azienda a gestione famigliare?

"Mio marito fa l’impiegato, io faccio la mamma e penso all’azienda agricola. Nello specifico, ho lasciato tutto il terreno incolto, per raccogliere erbe spontanee, come la rosa canina, la menta, il timo, il tarassaco e altre ancora. Con queste erbe, tramite un laboratorio specializzato, produciamo oleoliti e anche prodotti alimentari, come la marmellata di rosa canina. Ho inoltre un orto in cui coltivo erbe aromatiche e, dal 1° ottobre, riprenderò i corsi di saponificazione con ingredienti naturali, che organizzo periodicamente".

Veniamo alla decisione di non mandare i suoi figli né all’asilo, né alle elementari. Perché?

"Per la verità, ma solo per puro caso, mio figlio ha frequentato per circa sei mesi l’asilo steineriano di Modena. Poi, per il resto, applico l’educazione parentale. Oggi, infatti, ritengo che il sistema scolastico sia molto cambiato rispetto al passato. C’è molto meno tempo per stare all’aria aperta e per giocare. Mentre io voglio che i miei figli tocchino la terra con le mani".

Se in futuro i suoi figli volessero frequentare le medie o le superiori?

"Niente è scritto sulla pietra. Valuteremo di volta in volta".

Il più grande ha imparato a casa a leggere e scrivere?

"Certo. Ma non solo lui: anche sua sorella, di 4 anni e mezzo".

Come ha imparato?

"Con la curiosità, chiedendomi cosa ci fosse scritto su un certo cartello o su qualche altro supporto. Riccardo è molto appassionato anche di Medioevo ed è stimolato ad approfondire il mondo dei cavalieri".

I profitti scolastici dell’home schooling sono certificati?

"Sì, si può sostenere anche un esame ogni anno. Riccardo lo ha sostenuto con successo proprio quest’anno".

Sappiamo che è in prima linea per promuovere l’educazione parentale.

"Esattamente. Il 3 settembre alle 15, al parco Amendola di Modena, presenteremo i primi volumi del libro ’Ludus in familia’ che, insieme ad altre famiglie, stiamo scrivendo. In questo volume, spieghiamo le competenze che si acquisiscono con i diversi giochi che proponiamo ai bambini. Per altre informazioni, ludusinfamilia@gmail.com".

 

 

 

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