REDAZIONE BOLOGNA

Dall’Albania con amore. Così rifiorisce il borgo

Eralda e Kristo si sono stabiliti a Poggiolforato dove hanno ristrutturato la storica pensione Caterina trasformandola in un bed & breakfast.

Dall’Albania con amore. Così rifiorisce il borgo

Kristo ed Eralda con i figli Emili e Gabriel a cui è dedicato il b&b

Poggiolforato è un paese schiacciato contro i monti della Riva con meno di trenta abitanti. Siamo sopra Vidiciatico, ai piedi del Corno alle Scale, e questo piccolo borgo sul Dardagna ha avuto i suoi anni d’oro: è stato anche set per Pupi Avati nel film ‘Una gita scolastica’. I tempi in cui nella strada principale c’era un canale che serviva a trasportare il legname fino a Bologna sono lontani, ma c’erano un albergo, un bar, un alimentari e un campo da calcio. Ogni attività si è fermata, e sono rimaste solo ortensie e case riaperte in villeggiatura, fino a quando l’Appennino non è stato riscoperto e fino a quando Eralda Agolli e Kristo (per tutti Cristian) Priftuli hanno portato una ventata di novità nei boschi. La coppia, di origini albanesi, ha infatti riavviato la storica pensione Caterina. L’edificio, chiuso da 15 anni, ora è diventato il B&b ‘In Montagna da Emili & Gabriel’, dal nome dei due figli. E la scommessa sembra vinta. Eralda è arrivata a Bologna 22 anni fa per studiare informatica. "Durante la magistrale in Scienze di Internet – spiega –, ho scoperto il Project Management che ora è il mio lavoro, a Hera. Qui mi sono sempre trovata bene, ormai è la mia casa". Cristian, artigiano, è arrivato nel 2000 a Milano. "Veniamo dallo stesso paese e ci siamo reincontrati in Italia nel 2013: nel 2018 ci siamo sposati".

E come avete scoperto l’Appennino?

“Venivamo spesso a cercare la neve, per mangiare i piatti tipici e ci fermavamo a dormire a Vidiciatico o alla Madonna dell’Acero. Un Natale abbiamo visto un casale abbandonato vicino alle Dolomiti e ci è venuta l’idea dell’albergo: trovato questo annuncio, in una settimana abbiamo deciso. Poi Cristian ha ristrutturato tutto da solo".

Vi allargherete anche alla ristorazione?

"Abbiamo adattato la struttura alle nuove regole per avviare la locanda, siamo in contatto per il via libera. Vogliamo rimettere in funzione tutto quello che c’era e proporre quei piatti tradizionali che ci sono in montagna".

Altre idee?

"Quattro stanze sono già in affitto, due dobbiamo ancora ristrutturarle: vorremmo predisporle per i disabili e invitare, una volta al mese, alcune famiglie per il weekend. Nei periodi più di bassa stagione ci piacerebbe creare anche una residenza artistica, abbiamo già avuto contatti".

La neve c’è sempre meno, ma la stagione estiva come è andata?

"Abbiamo avuto sempre le camere piene. Tanti anche gli stranieri, ad esempio francesi".

E le persone del posto come vi hanno accolto?

"Molto bene, la signora Caterina si è anche proposta di aiutarci con la pasta fresca. Dobbiamo ringraziare lei, Vincenzo e Paolo. C’è chi ci ha regalato una stufa, altri la legna. Cristian ha contribuito a sua volta a ristrutturare la chiesa, è bello questo spirito di aiutarsi a vicenda".

Bello l’Appennino, ma quali sono le difficoltà principali per avviare qui un’attività?

"All’inizio non potevamo mandare mail perché la rete non andava bene, ma oggi riesco a fare smart working da qui. La burocrazia è sempre difficile e quassù mancano sicuramente una lavanderia industriale e anche una per gli escursionisti".

Letizia Gamberini