Dalle polemiche alla scelta dei dem

In principio era stato il partito di Giorgia Meloni, con una lettera del deputato Galeazzo

Bignami a luglio, a sollevare il tema dello "sbilanciamento" che si verificherebbe alle Feste dell’Unità durante le campagne elettorali. All’uscita del deputato di Fratelli d’Italia aveva fatto seguito un appello da parte di Attilio Visconti, prefetto di Bologna, affinché le kermesse politiche su suolo pubblico (il caso del Parco Nord per la Festa dell’Unità) non avessero un’unica connotazione partitica contravvenendo alle regole della par condicio in piena campagna elettorale, per le Politiche si vota il 25 settembre e la Festa dell’Unità al Parco Nord inizia il 25 agosto e finisce il 18 settembre, una settimana prima delle urne. Dopo una serie di botta e risposta tra fine luglio e metà agosto, da alcuni giorni la decisione dopo le indicazioni del prefetto (e le analisi dei legali incaricati dai dem) è arrivata: la Festa si fa, ma senza simboli di partito né bandiere e altri mezzi di propaganda.

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