Dams: una festa per i 50 ruggenti

Partono gli eventi per celebrare il mezzo secolo di vita. Nel 1971, quando nacque, gli iscritti erano 115

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di Claudio Cumani

Tre giorni di spettacoli a giugno in piazza Maggiore e in diversi luoghi del centro storico, incontri con ex allievi illustri (il primo on line è giovedì alle 18 con Daria Bignardi), lauree ad honorem (Mimmo Paladino, protagonista anche di un’esposizione in SalaBorsa, la riceverà il 14 maggio al Comunale), concerti, laboratori teatrali, lectio magistralis (il padre fondatore Giuliano Scabia è previsto il 6 maggio), mostre celebrative e... E tanto altro ancora. Auguri alla fabbrica della creatività, buon compleanno al corso di laurea alternativo che tutta Italia ci ha ‘copiato’. Il Dams festeggia il suo mezzo secolo di vita e lo fa con un abbraccio ideale alla città che lo ha visto nascere appunto nei primi mesi di quel lontano 1971 (una data precisa non c’è). È un palinsesto denso di appuntamenti e suggestioni quello che è stato diffuso ieri, un calendario di una trentina di date che mischia eventi sul web ad altri presumibilmente in presenza dilazionati nei mesi a venire e comunque a ingresso libero. "Questa occasione – dice Giacomo Manzoli, l’attuale direttore del Dipartimento delle Arti – ci ha spinto a girare lo sguardo alla nostra storia. Senza nostalgia, ma con un po’ di orgoglio".

Fu un grecista, Benedetto Marzullo, ad avere l’idea di formare nuove professionalità rispetto a quelle tradizionalmente proposte dai corsi umanistici. Si iscrissero in 115 che diventarono a fine decennio 3500 e che imposero il trasloco dalla prima sede di Strada Maggiore 34 alle aule di via Guerrazzi. L’idea forte fu quella di avvicinare discipline fino allora non sempre convergenti come arte, musica e spettacolo ma soprattutto di affidare l’insegnamento a docenti di matrice non accademica. Artisti ma non solo. Gente come Umberto Eco, allora consulente di una casa editrice, il regista Luigi Squarzina, lo scenografo Gianni Polidori, il critico d’arte Renato Barilli. Era il periodo di professori popolarissimi come Gianni Celati che indagava sull’Alice di Carroll, Piero Camporesi che raccontava la parabola del potere partendo dal Bertoldo, Giuliano Scabia con le sue sue mongolfiere voleva regalare un immaginario alla città. Spiega Gerardo Guccini, il professore di drammaturgia responsabile scientifico del Centro La Soffitta: "In questi 50 anni ci sono stati cambiamenti e trasformazioni. Il cambiamento più radicale riguarda il sistema di assunzione del corpo insegnante che passa attraverso curriculum e pubblicazioni e non è ovviamente più spontaneo come agli inizi. Le trasformazioni interessano l’interdisciplinarità e le attività pratiche. Sono vocazioni confermate ma diversamente declinate".

Da quelle stanze sono passati allievi eccellenti che non ci sono più (Pier Vittorio Tondelli, Andrea Pazienza, Freak Antoni, Carlo Mazzacurati) e tantissimi altri che continuano a segnare la vita culturale italiana.

A loro è dedicata una parte del programma: fra i laureati ‘o quasi laureati’ che si potranno incontrare on line sui social di Dams50 ci sono, oltre a Daria Bignardi, Massimiliano Gioni, Chiara Alessi, Toni Servillo (laureato ad honorem nel 2015), Stefano Bartezzaghi, Romeo Castellucci, Paolo Fresu, Riccardo Iacona, Giovanni Lindo Ferretti. "Il Dams – insiste il professor Manzoli – è la sintesi di tante cose diverse: talento, passione, sensibilità, voglia di andare controcorrente, rigore, impegno".

Le mostre. La prima aprirà (Covid permettendo) il 24 aprile nel Museo della Musica di Strada Maggiore (dove nacque il corso) e raccoglierà sotto il titolo No Dams! foto, articoli, filmati storici, documenti di questi primi 50 anni. Una mostra dedicata a Mimmo Paladino si aprirà invece in SalaBorsa il 29 aprile: si potranno vedere oltre cento disegni dell’artista ispirati alla grande letteratura, da Cervantes a Omero. All’inaugurazione Ermanna Montanari leggerà il Canto XXXIII del Paradiso dantesco. I laboratori teatrali vedranno protagonista Marco Martinelli, mentre nel nome dello storico attore Torgeir Wethal si terrà un ampio progetto che culminerà in un incontro con Eugenio Barba, Roberta Carreri e Iben Nagel Rasmussen dell’Odin Teatret. Spazio anche alla docu-fiction dedicata ai protagonisti del Dams Andate a lavorare, prodotta da Genoma Films con il supporto di Bper Banca. E ancora, a partire da metà giugno, le sedi storiche del corso di laurea (da Palazzo Marescotti a Santa Cristina fino al DamsLab) saranno teatro di alcune videoinstallazioni architettoniche. Dal 18 al 20 giugno, come si diceva, il palco di piazza Maggiore ospiterà, in collaborazione con la Cineteca, importanti artisti del panorama nazionale ancora top secret.

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