Daniele Cabri e le radici sulla pelle

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Generalmente un’opera d’arte non si può toccare, ma con l’installazione Ad Lunam di Daniele Cabri, da oggi allo Studio Cenacchi Arte Contemporanea di via Santo Stefano, l’interazione tra spettatore e artista non ha limiti. Dentro alla creazione di Cabri, originario di Rocchetta (Modena) ci si può addirittura stendere al centro della Latebra, questo il nome della grande installazione semisferica del diametro di oltre 4 metri, ricoperta di sessanta opere in pelle e cuoio, disegnate con pirografo e fiamma ossidrica. Inaugurazione alle 15. Alejandro Jodorowsky e lo sciamanesimo sono fonte d’ispirazione.

Cos’è ‘Ad Lunam’?

"Circa quattro anni fa sono dovuto andare a Milano per mostrare i miei lavori e ho preso un po’ di batoste. Però questa sperienza mi ha portato a una reazione e da lì ho iniziato a lavorare sulla pelle, ritraendo gli abitanti del mio paese natale, Rocchetta di Guglia nel modenese, per fermarne la memoria e contemporaneamente per crearmi un mondo mio, di protezione. A Rocchetta vivono ancora i miei genitori con mio padre che è il più vecchio, coi suoi 97 anni".

Il suo modo per salutare un mondo in via d’estinzione.

"E ci sono voluti quarant’anni per arrivare a capire la mia voce. La pelle mi sorprende continuamente quando lavoro col fuoco e anche il pubblico si immerge in questa atmosfera, entrando a piedi nudi in un’evocazione ancestrale anche perché si sentiranno i suoni registrati della natura ma anche le voci degli abitanti".

Benedetta Cucci

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