
A condurre le indagini sono stati gli uomini della Digos che hanno identificato i tredici ultrà facinorosi che hanno partecipato ai disordini
Tredici Daspo, per un totale di 42 anni di divieto di partecipazioni a manifestazioni sportive. Li ha disposti la Questura, a seguito dei vandalismi e del caos che hanno accompagnato due partite di calcio: l’incontro tra Bologna e Parma al Dall’Ara, lo scorso 6 ottobre; e quello tra Reggiana e Cesena, disputato a Reggio il 9 febbraio. In entrambe le circostanze, le tifoserie ospiti si sono ‘distinte’ per i disordini causati durante il loro transito alla stazione, con danneggiamenti, lancio di oggetti e fumogeni e, nel caso dei supporter parmensi, anche per resistenza a pubblico ufficiale. Nel dettaglio, a seguito delle indagini della Digos, sono finiti nei guai cinque ultrà del Parma e otto del Cesena.
Il giorno della sfida al Dall’Ara, a provocare i disordini - prima e dopo la partita - erano stati circa quattrocento tifosi ospiti, che avevano creato problemi sia mentre si dirigevano allo stadio che al ritorno, quando prima di salire sul treno che li avrebbe riportati a casa, si erano rifiutati di esibire il biglietto, avevano acceso e lanciato fumogeni e fatto resistenza a pubblico ufficiale. Per riportare la situazione alla calma c’era voluto del tempo: intanto, la circolazione dei treni era stata sospesa.
Per questo i cinque, riconosciuti a seguito di un lavoro certosino da parte della Digos, rispondono, oltre che di resistenza, travisamento, accensione pericolosa e porto di oggetti atti ad offendere, anche di interruzione di pubblico servizio. Per tre di loro è stato disposto anche l’obbligo di firma.
Gli stessi reati sono stati contestati anche ai cesenati, che rispondono pure di danneggiamento, per aver spaccato un cartello e aver lanciato pietre contro un vagone ferroviario. Il tutto avvenuto mentre, in stazione, aspettavano che partisse il loro treno per Reggio Emilia. Anche per uno dei bianconeri, già con precedenti specifici, è scattata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La Divisione Anticrimine, a seguito delle indagini della Digos (che hanno coinvolto anche i colleghi di Parma e Cesena), ha formulato i provvedimenti, poi disposti dal questore Antonio Sbordone.