"Ombroso, inquieto, ambivalente, incerto ancora oggi nelle date, il rapporto che Dante Alighieri (1265 – 1321) ebbe con Bologna è uno spettacolare palcoscenico di vincitori e vinti, di immagini e colori, pittura e scultura. Capitelli mostruosi, esseri stravolti nelle proporzioni e costretti nel loro ingrato compito di sostenere le prime colonne romaniche; la torre Garisenda che copre una nuvola di passaggio quasi spaventando l’osservatore come se potesse rovinarglisi addosso; i primi immensi miniatori, oggi quasi scomparsi, che fecero dello Studio bolognese una fucina di artisti, e poi la lingua, di cui l’artista si rivela profondissimo conoscitore al punto di scegliere nel bolognese di Strada Maggiore il miglior ’parlato’ d’Italia, confrontandolo a quello del ’borgo di San Felice’". Inizia così il libro Dante a Bologna di Beatrice Buscaroli e sarà proprio la storica dell’arte a presentarlo oggi, alle 18.30, al Grand Hotel Majestic. Il volume, che fa parte della collana curata da Minerva Libri della buonanotte, evoca una Bologna scomparsa, quella di Guido Guinizelli, delle quasi 180 torri svettanti e dell’Alma Mater, intorno alla quale si riunivano studenti di diritto, grammatica e retorica. Dialoga con Buscaroli il poeta e scrittore Davide Rondoni.
CronacaDante e il rapporto con Bologna. Rivive una città scomparsa