Dapporto: "Il mio viaggio nei ricordi"

L’attore torna al Duse con ’Il delitto di via dell’Orsina’: "Il pubblico di nuovo in sala e vuole divertirsi"

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di Francesco Moroni

Dapporto, ci parli del suo ‘delitto’… "Detesto raccontare gli spettacoli, preferisco che gli spettatori vengano con curiosità a vederlo. Altrimenti mi sembra di raccontare un po’ una favola… ". Scherza e ironizza Massimo Dapporto, senza nascondere la verve e la simpatia che lo contraddistinguono, mentre presenta ai lettori lo spettacolo in programma al Teatro Duse domani e sabato (alle 21) e domenica (alle 16). Il Delitto di via dell’Orsina vede l’attore impegnato sul palco di via Cartoleria assieme ad Antonello Fassari e Susanna Marcromeni, per la regia di Andrée Ruth Shammah, in "una commedia nera con un ingranaggio drammaturgico perfetto, fatto di trovate, energia e divertimento, tra clownerie e astrazioni beckettiane". Info e biglietti: Tel. 051 231836 - biglietteria@teatroduse.it | teatroduse.it | Vivaticket.

Neanche un piccolo spoiler?

"E’ una grande critica dei rapporti sociali, ambientata nel 1940, ma più attuale che mai. Tantissimi dei difetti del tempo li ritroviamo anche oggi: c’è una società pronta a eliminare qualunque cosa pur di salvarsi, le persone sono disposte anche a uccidersi tra loro. E tutto nasce da un equivoco…".

Quale?

"Così però sveliamo davvero troppo (ride, ndr)… Noi attori in scena passiamo il tempo a divertirci e spero che questo arrivi e venga trasmesso anche al pubblico. Non ci limitiamo semplicemente a ridere, siamo davvero contenti di quello che facciamo. E lo spettacolo non dura neanche tanto, appena un’ora e venti. Sono sicuro che sia stato uno degli elementi di successo che abbiamo riscontrato soprattutto a Milano".

I ritmi della grande città sono troppo frenetici per spettacoli più lunghi?

"Più che altro credo che noi viviamo in un periodo che potrebbe corrispondere a quello dei nostri padri, o nonni, nel Secondo dopoguerra: le persone vanno a teatro per ridere e divertirsi, dopo due anni grigi in cui siamo stati costretti in casa o abbiamo dovuto girare con le mascherine, in cui addirittura i posti in sala erano contingentati".

E ora, c’è una riscoperta?

"Ora i teatri si sono riempiti di nuovo e c’è una bella risposta da parte degli spettatori, molto forte".

Salire sul palco del Duse che emozioni le dà?

"Conosco bene Bologna, so come muovermi, in più per me quel palco rappresenta un ritorno all’infanzia. Sono molto orgoglioso perché qui si esibiva mio padre e poter avere lo stesso camerino che utilizzava lui, per me è impagabile. E’ un viaggio tra i ricordi, che mi rende felicissimo".

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