Davide Ferrerio, in coma dopo il pestaggio: la procura impugna il proscioglimento del quinto uomo

Il 32enne era stato accusato di concorso anomalo in tentato omicidio. Secondo la Pg di Catanzaro, con un messaggino avrebbe provocato lo scambio di persona. Si chiede il processo

Davide Ferrerio, 21 anni, è in coma dallo scorso agosto dopo essere stato brutalmente pestato

Davide Ferrerio, 21 anni, è in coma dallo scorso agosto dopo essere stato brutalmente pestato

Bologna, 29 maggio 2023 – “Ho una maglietta bianca”, quel messaggio, secondo la Procura generale di Catanzaro avrebbe provocato il pestaggio di Davide Ferrerio, 21enne bolognese in coma dall'11 agosto 2022.

Così la pg ha impugnato il proscioglimento del 32enne Alessandro Curto, accusato di concorso anomalo in tentato omicidio per l'aggressione. Curto è l'uomo che aveva inviato il messaggio “ho una maglietta bianca” prima dello scambio di persona con Davide, poi picchiato da Nicolò Passalacqua, quest’ultimo condannato il 21 aprile a 20 anni e quattro mesi.

Quel messaggio, che secondo la Procura generale avrebbe scatenato tutto era stato inviato alla minorenne con la quale il 32enne aveva avviato contatti social e che l'11 agosto lo aspettava per il primo appuntamento.

Appuntamento al quale la ragazza era andata insieme alla madre e a un gruppo di familiari alla cui vista il ‘quinto uomo’ si era defilato, inviando il messaggio. Per la ragazza la vicenda si è chiusa davanti al tribunale per i minorenni con la messa alla prova, mentre a giugno inizierà il processo a carico della madre della ragazza e del compagno della donna, anche loro accusati di concorso anomalo in tentato.

Per il sostituto Pg Raffaela Sforza, nei confronti del 32enne autore del messaggino va disposto il rinvio a giudizio: con il suo messaggio ha creato una 'conditio sine qua non' affinché l'aggressione che si stava per compiere nei suoi confronti venisse allontanata da sé e fosse deviata verso un giovane con la camicia bianca. Così facendo, prosegue il pg, avrebbe esposto Ferrerio alla rabbia dei familiari della ragazza, di cui era consapevole e la sua condotta è stata decisiva nella determinazione dell'evento, prevedibile e evitabile. “La Procura generale - osserva l'avvocato Gabriele Bordoni, per la famiglia della vittima - ha condiviso le nostre osservazioni, che già portarono all'imputazione coatta. Siamo soddisfatti”.

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