Davide Ferrerio pestato a Crotone, c’è un quarto indagato

Iscritto anche l’uomo che inviò il messaggio che diede vita al massacro. La famiglia: "Siamo più sereni ma resta l’enorme dolore"

Bologna, 26 novembre 2022 - Ora c’è anche il suo nome iscritto ufficialmente nel registro degli indagati. Quello che la maledetta sera dell’11 agosto a Crotone inviò un messaggio a Nicolò Passalacqua: "Sono qua, ho la camicia bianca". Lui però era ben nascosto e presto se ne andò, mentre il ragazzo con la camicia bianca – Davide Ferrerio, 20 anni, da quel giorno in coma irreversibile al Maggiore –, completamente estraneo e in quel luogo in attesa di un amico per una pizza, fu vittima di un pestaggio senza senso per quel vigliacco scambio di persona.

Davide Ferrerio, 20 anni, da agosto è in coma irreversibile all’ospedale Maggiore
Davide Ferrerio, 20 anni, da agosto è in coma irreversibile all’ospedale Maggiore

Dall’altro ieri la Procura di Crotone ha iscritto anche il 31enne Alessandro Curto per il tentato omicidio del giovane tifoso del Bologna, "egli – scrisse il gip - diede origine all’aggressione di Ferrerio" attraverso quel messaggio. Con Passalacqua, l’esecutore materiale del massacro attualmente detenuto, e Curto, sono indagati per lo stesso reato anche Anna Perugino (carcere), definita dall’accusa "la mente", e il suo compagno, Andrei Gaju (a piede libero).

Il vero bersaglio di Passalacqua, quella sera, era proprio Curto ’accusato’ di averci provato con la sua giovane fidanzatina (indagata pure lei e detenuta in una struttura per minori) "al punto – così la memoria della famiglia Ferrerio nella quale si chiedeva di indagare anche il 31enne – da sospingere costei e la madre ad organizzare quella scellerata spedizione punitiva".

Un "ulteriore passo avanti verso la verità", è il commento che arriva da Alessandro, fratello di Davide, ma "il dolore straziante non ne viene alleggerito. Almeno ci sentiamo protetti e rispettati, noi e soprattutto Davide. Certi gesti ignobili devono essere repressi, considerando tutti coloro che li hanno posti in atto".

Così invece l’avvocato Gabriele Bordoni: "Sono molto lieto che il rapporto costruttivo di collaborazione con la Procura di Crotone abbia condotto all’iscrizione del trentunenne, quarto concorrente nel tentato omicidio. Non si tratta di volontà persecutoria, ma semplicemente di adeguata valutazione di questa tragica ed assurda vicenda nel suo complesso".

E mentre la Perugino attende la fissazione dell’udienza al Riesame dove è ricorsa contro la sua custodia cautelare, il pm crotonese è ormai pronto a chiudere le indagini. "Il quadro – così Bordoni – oramai è chiarissimo".

 

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