"La Villa delle Rose non è casa mia. Ma la Casa dell’incontro e del dialogo tra religioni e culture (annunciata una decina di giorni fa e che avrà sede nella prestigiosa dimora, ndr) non stride in alcun modo con la vocazione artistica e culturale di questa meravigliosa struttura in via Saragozza".
Daniele De Paz (nella foto), presidente della Comunità ebraica di Bologna, interviene sul caso sollevato dalla petizione lanciata su Change.org. Di fronte alla richiesta del gallerista Gino Gianuizzi, promotore della raccolta firme online, che chiede di lasciare Villa delle Rose all’arte, così come indicato dalla contessa Nerina Armandi Avogli che donò al Comune la lussuosa magione per realizzare una galleria di arte moderna, De Paz conferma la linea del sindaco. Che, giovedì, aveva tentato di rassicurare: "L’arte resterà protagonista", dicendosi comunque disponibile al confronto, ma dispiaciuto "di questa denuncia che non ha fondamento".
Conferma anche il presidente del Quartiere Porto-Saragozza, Lorenzo Cipriani: "La funzione museale resta, ma siamo pronti a un incontro".
De Paz, dalla sua, gioca la carta della moral suasion: "I luoghi della cultura e dell’arte ci insegnano che la convivenza tra culture differenti non è solo proficua, ma anche interessante in termini di crescita, studio e formazione. In questo senso, la Casa dell’incontro e del dialogo tra religioni e culture amplia e arricchisce la matrice e la destinazione d’uso di questo magnifico luogo".
Insomma, per De Paz, la scelta di Lepore non snatura la vocazione della Villa come pensata da chi l’ha donata al Comune. Del resto – dice – "non è un caso che nel progetto della Casa delle religioni ci sia la parola cultura".
Da qui, il numero uno della Comunità ebraica ammette di essere stupito della petizione dei galleristi d’arte su Change.org: "Mi meraviglia perché non c’è alcuna volontà di espropriare gli spazi artistici di Villa delle Rose. Per questo, anzia, credo che il sindaco Lepore abbia fatto una scelta azzeccata nel scegliere questo luogo per ospitare il dialogo tra religioni".
La petizione, intanto, raccoglie consensi. Quasi 400 nel primo giorno, ieri erano già oltre 700. Segno che il tema – soprattutto nel mondo dell’arte – sia sentito. Pure l’ex direttore della Gam, Danilo Eccher, nel primo giorno di raccolta firme, si è detto favorevole alla petizione: "Togliere Villa delle Rose alla Gam (o comunque al Museo civico d’arte moderna e contemporanea) è una bestemmia. Assolutamente non degna di una grande città come Bologna".
Rosalba Carbutti