Dehors Bologna, stretta anche in piazza Santo Stefano

Matteo Lepore: "Li riduciamo in via delle Moline per rendere la strada più vivibile". Associazioni sempre contrarie: "Condivisione inesistente"

Giovanni Favia indica il suo dehors in via delle Moline

Giovanni Favia indica il suo dehors in via delle Moline

Bologna, 7 luglio 2022 - "In via delle Moline li riduciamo, perché dobbiamo far prevalere la vivibilità della strada. L’altro giorno un’ambulanza è andata a soccorrere una persona e non riusciva a passare. Non ci sarà più una selva di dehors lungo tutta la via". La stretta ‘lacrime e tagliatelle’ è servita, ieri il sindaco Matteo Lepore non ci ha girato intorno: per una Bologna più bella, "che difenda e che promuova la sua reputazione" i tavolini in centro storico vanno riorganizzati, in alcune zone. E via delle Moline, recentemente semi-pedonalizzata, di dehors secondo l’amministrazione ne sta affastellando troppi. Il Comune darà ora la possibilità di averli solo in prospicenza del singolo esercizio (previste 10 micro aree). Contestualmente, "allunghiamo le concessioni quinquennali di due anni – ha riferito Lepore – su tutta la città e non solo in centro storico". Questo si tradurrà in un "aiuto economico molto importante, ma in cambio chiediamo una riduzione, quindi in molti casi andremo a ridurre lo spazio pubblico occupato, sotto i portici e nelle piazze del centro storico di maggior interesse, continuando invece fuori dal centro a mantenere la possibilità di essere molto più elastici. Per il centro, insomma, introduciamo il criterio della ‘preservazione dei contesti di pregio storico e artistico‘".

Il riferimento alle piazze che vivranno a breve la stretta è presto esplicitato: toccherà a breve a piazza Santo Stefano, mentre tra i vari progetti d’area che prossimamente potrebbero avere un robusto remaquillage c’è anche il Quadrilatero. Con via delle Moline si rifarà il look dal primo ottobre anche il binomio San Gervasio-Belvedere, "ma lì – ha sottolineato l’assessora al Commercio, Luisa Guidone – i dehors aumenteranno, non diminuiranno". In via San Gervasio, nel dettaglio, "c’è bisogno di fare ordine e migliorare la qualità: la metratura si amplia, ma diamo maggiori regole di relazione fra i gestori. Daremo una concessione a ogni esercizio, mentre c’è chi oggi ne ha due e chi non ne ha". Il sindaco Lepore non si è scomposto più di tanto dopo le critiche delle associazioni di categoria, che già ieri sul Carlino Bologna avevano sferrato il loro ‘niet’. "C’è stato un confronto – ha detto Lepore –, nessuna confilittualità". Le associazioni però poi hanno rincarato la dose. "Non è vero che c’è stato un percorso di condivisione con le associazioni di categoria – ha precisato Confesercenti –. Le richieste di modifica presentate dalla nostra associazione non sono state accettate. Anzi. C’è un ridimensionamento di tipo punitivo che non ha alcuna ragione di esistere". Confercenti ha confermato invece la "moderata soddisfazione" su San Gervasio, oltre alla disponibilità di lavorare su piazza Santo Stefano. Per Ascom "quella della modifica dei due progetti d’area con la revisione della concessione dei dehors è una decisione su cui avremmo voluto maggior dialogo. I dehors – ha continuato Ascom – rappresentano anche una valida alternativa a una fruizione dello spazio pubblico e a una gestione della vita notturna altrimenti non controllate. Proponiamo la costruzione di un patto per armonizzare tutte le istanze". Su San Gervasio, hanno ribadito, "non ci aspettavamo delle riduzioni in assenza di necessità evidenti".

Contrariati anche alcuni esercenti di via delle Moline, come Giovanni Favia che su quella strada di attività ne ha tre. "Lepore ha tradito via delle Moline: è venuto durante la campagna elettorale dicendo che avrebbe trovato un equilibrio per salvare l’esperienza del comitato ‘Moline pedonale’. Poi è sparito e ora Moline tornerà la via dello spaccio e del vomito". Molto amareggiato anche Daoud, gestore di ‘Beirut Snack’. "Via delle Moline così è bellissima, lo dicono tutti, ma con questa stretta abbiamo paura per il ritorno dello spaccio. Io poi, da quando il Comune ha ridotto gli spazi dei dehors, sono passato da venti a sei tavoli e ho dovuto lasciare a casa tre persone".

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