Bologna, 29 maggio 2025 – “Tre settimane fa Giuseppe era venuto a prendere, come suo solito, i pacchi qui da noi. Aveva sempre gli occhiali da sole. Ma questa volta no. Anzi, aveva un occhio nero, con un livido”.
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Anita e Camilla sono due commesse di Miramira jewerly, negozio in via Indipendenza confinante con il cannabis shop ’Baked’ che era gestito da Giuseppe Marra, 59 anni, e Lorenza Scarpante, 57enne. Attività divise solo da un muro. Tanto che la vittima spesso andava a ritirare i pacchi arrivati tramite il corriere e lasciati proprio al negozio vicino, visto che l’apertura del cannabis shop era solo pomeridiana, dalle 15 alle 20, tutti i giorni, come indicato da quel cartello verde che ancora è attaccato al vetro del civico 3.
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“Era carinissimo, ci avevamo iniziato a chiacchierare negli ultimi periodi. Indossava sempre gli occhiali e il cappello. Ma circa tre-quattro settimane fa, nel vederlo senza occhiali, siamo rimaste colpite. Aveva un occhio nero”, proseguono le due commesse della gioielleria nel racconto. Della moglie, però, per Camilla e Anita nessuna traccia: “Mai vista, non sappiamo neanche com’è fatta”, concludono. Di lui invece i primi ricordi sono risalenti al 2018, quando la coppia si trasferì da Aosta a Bologna. E della bontà di Giuseppe anche gli altri negozianti confinanti di via Indipendenza, che preferiscono mantenere l’anonimato, hanno un ricordo. “Lo vedevo ogni tanto passare e ci salutavamo. Molto educato e gentile, mentre di lei non ho idea. Mi dispiace tanto. Quando succedono queste cose è brutto, a maggior ragione se sono così vicine”, prosegue una negoziante. “Lo avevo salutato tre giorni fa, dicendogli ciao Beppe. E lui mi rispose. E oggi invece non c’è più. Ho la pelle d’oca”, racconta dispiaciuta, con la voce strozzata, un’altra commerciante dello stesso portico di via Indipendenza. Anche lei ha in mente l’immagine della vittima con il cappellino. Un tratto distintivo per diversi commercianti della zona.
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Tutti ricordano Giuseppe come una brava persona, sorridente, simpatico e a modo. “Provo un profondo dispiacere a non poterli più rivedere”, prosegue la donna di un vicino negozio. E dire che secondo lei Giuseppe e Lorenza erano “due persone bellissime”, spiega la negoziante. Un pensiero convidiso anche da altri colleghi della via, a due passi da piazza Maggiore. Diversi curiosi si fermano davanti alla porta di vetro del cannabis shop. Alcuni provano anche a spingere la maniglia. Segno che non tutti sanno quanto è accaduto. Come ad esempio un’altra commerciante vicina: “Fino a questa mattina (ieri mattina, ndr) non avevo idea di quanto fosse successo. Lui ogni tanto lo vedevo, anche con lei. Prendevano l’acqua, una birretta, niente di più. Ma personalmente non li conoscevo”. Residenti a pochi passi dalla Cirenaica, in quella casa al terzo piano del palazzo al civico 16 che si è trasformata in scena del crimine, ogni giorno si spostavano verso il cuore della città. Un negozio che ora rimarrà chiuso. Nei prossimi giorni i carabinieri andranno al cannabis shop ’Baked’ per i rilievi del caso. Probabilmente anche alcuni commercianti verranno ascoltati dai militari dell’Arma. Voci per fare chiarezza su una tragedia ancora perlopiù inspiegabile.