Demolito lo Chalet delle Rose, addio movida

Dopo mezzo secolo, la storica discoteca di Pontecchio Marconi abbattuta per lasciare spazio a quattro palazzine da dieci appartamenti

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Titoli di coda sullo Chalet delle Rose di Pontecchio Marconi. Da pochi giorni sono iniziati i lavori di demolizione di un locale che ha fatto la storia della dolce vita nel bolognese. Ruspe e picconi sono all’opera nell’area a fianco della Porrettana dove per più di mezzo secolo, con alterne vicende, si sono dati appuntamento i protagonisti della stagione della ’Bologna da bere’ e della mondanità sempre alla ricerca del ritmo e della tendenza giusta, del locale fuoriporta con gli spazi adatti anche per una buona scarica di volumi alti e qualche dose di trasgressione.

Così, dall’inizio degli anni Sessanta al declino inesorabile dell’ultimo decennio, lo Chalet è stato un locale-cult per la musica, il divertimento, la ristorazione e una certa movida dentro e fuori le mura. Con il punto più basso raggiunto nella notte tra il 10 e l’11 aprile 2005 quando davanti all’ingresso rimase ucciso in una sparatoria con i carabinieri il pregiudicato napoletano Claudio De Benedictis, conosciuto come il ’drago’ tra i tifosi del Napoli di cui era un supporter. Quella notte allo Chalet De Benedictis, che aveva assunto sia alcolici che droga, venne allontanato dal locale da un addetto alla sicurezza perché stava litigando con un altro avventore.

Un affronto che il napoletano volle a tutti i costi lavare con il sangue dato che poco dopo tornò allo Chalet armato di pistola ed esplose tre colpi verso l’addetto alla sicurezza, che non rimase ucciso solo per miracolo, dato che un proiettile si fermò a un pelo dall’arteria femorale. Sul posto c’erano due carabinieri in servizio antidroga che dapprima gli intimarono di gettare l’arma e quando De Benedictis la puntò verso di loro risposero al fuoco esplodendo 29 colpi, alcuni dei quali mortali. Dopo l’omicidio ci fu il crollo di un controsoffitto durante una festa, poi arrivarono le risse nel parcheggio, le frequentissime segnalazioni di spaccio. Così, dopo la chiusura temporanea ordinata dal Questore per motivi di ordine pubblico, arrivò lo stop definitivo delle licenze e la successiva richiesta della proprietà del cambio di destinazione d’uso.

Autorizzazione che è stata deliberata anni fa dal Comune di Sasso e che ha spianato la strada alla riconversione di tutta l’area a residenziale. Così fra poche settimane, terminata la demolizione in corso, inizieranno i lavori di costruzione di quattro palazzine per un totale di 40 unità abitative.

Gabriele Mignardi

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