Di Vaio e il dolore a Casteldebole "Il momento più buio per il Bologna"

Il direttore sportivo rossoblù è l’unico a parlare al termine dell’allenamento a porte chiuse "È un giorno davvero triste per tutti noi, quello che abbiamo avuto con lui è un rapporto unico"

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di Massimo Vitali

Alle 11 di mattina Casteldebole è un cielo grigio che opprime, un allenamento a porte chiuse, il rumore ovattato dei palloni calciati oltre la siepe, un tifoso che prova a sbirciare davanti ai cancelli, un plotone di cronisti a caccia di parole che possano riempire un vuoto incolmabile e il nome di Mihajlovic che inevitabilmente aleggia su un sabato surreale. A fine seduta bocche cucite tra i calciatori che sfrecciano in auto uscendo dai cancelli del ‘Niccolò Galli’ dopo il pranzo consumato in gruppo, come vuole Thiago Motta.

L’unico ad abbassare il finestrino è Roberto Soriano, ma è solo un gesto di cortesia per ribadire: "Non dico nulla". Il capitano rossoblù, fedelissimo di Sinisa e secondo solo a De Silvestri nella graduatoria dei calciatori di Casteldebole che vantano più presenze con Mihajlovic allenatore, aveva già affidato a Instagram il suo saluto al tecnico: "Avrai sempre un posto speciale nel mio cuore. Grazie di tutto mister".

Silenzio di squadra, rotto solo dal messaggio accorato di Marco Di Vaio, oggi direttore sportivo ma 14 anni fa, quando Sinisa si accomodò per la prima volta sulla panchina rossoblù, protagonista in campo di un Bologna che a maggio si salvò grazie ai suoi gol.

"E’ una giornata buia per il nostro club e un giorno triste per tutti noi", dice Di Vaio andando incontro ai giornalisti davanti ai cancelli del centro tecnico. Lo sguardo è provato, gli occhi velati di quella tristezza annunciata a parole.

"Quello che abbiamo avuto con Mihajlovic in questi anni è stato un rapporto unico – continua il diesse rossoblù –. Il pensiero adesso va alla famiglia. Insieme a Sinisa abbiamo passato momenti incredibili e pensavamo che ce la potesse fare, invece purtroppo anche un guerriero come lui non c’è riuscito. Resta il ricordo della sua voglia di combattere e del grande spirito che ha messo ogni giorno: non ha mai saltato un appuntamento programmato, è stato sempre vicino alla squadra e al club".

Una squadra che, dice Di Vaio, adesso si porta dentro una grande ferita: "La squadra sta male, perché ha vissuto con lui tanto tempo. E tanti calciatori hanno vissuto insieme a lui pezzi importanti della loro carriera".

Nelle prossime si saprà se domani ai funerali riuscirà ad essere presente anche il patron Saputo, che sta provando ad organizzare un volo dal Canada.

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