Diabolik trasforma il Lumière in Hollywood

Vip e ospiti speciali all’anteprima del sequel basato sul fumetto. Ascolta sul nostro podcast l’approfondimento sul personaggio

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Bologna torna a essere Clerville. La pioggia si abbatte sotto le Torri per tutta la notte, mentre al Lumière andava in scena il miracolo della settima arte: fuori dalle sale in piazzetta Pasolini, poliziotti-sentinella fanno la guardia all’ingresso. Macchine d’epoca, Jaguar, moto e luci rosse tutte intorno contribuiscono a rendere l’atmosfera ancora più da Hollywood; a fianco due fasci di luce che squarciano il cielo uggioso di martedì sera. È la serata di Ginko all’attacco, secondo capitolo della saga di Diabolik targata Manetti Bros e si respira un odore misto tra pop corn e thriller.

Il pubblico si raduna intorno al red carpet quando arrivano le star, i produttori, i rappresentanti delle istituzioni: l’adattamento cinematografico del fumetto di Angela e Luciana Giussani, con l’uscita a dicembre 2021, aveva convinto appassionati del genere e scettici dell’ultima ora, il sequel – da oggi nei cinema – proverà a fare il bis. Un’avventura con il supporto di Rai Cinema e delle film commission di Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, che riporta sul grande schermo Miriam Leone (Eva Kant) e Valerio Mastandrea (Ginko). Nel ruolo del Re del terrore troviamo per la prima volta Giacomo Gianniotti (Graz’s Anatomia), e nel film c’è Monica Bellocci. "A noi piace definirci esseri umani romani, ma registi bolognesi – sottolineano Marco e Antonio Manetti – e siamo davvero emozionati perché questa sera vediamo il nostro film in sala per la prima volta". Ad accompagnarti Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca: "Non vedo l’ora di vedere anche ‘Diabolik 3’ e non capisco perché non siano già in produzione 4 e 5 – ironizza Farinelli –. Questo film ha visto un lungo periodo di riprese, che ha incrociato il finale della pandemia, e credo che molti di noi si ricordano quelle giornate incredibili in cui ‘la strada che non si può mai chiudere’, cioè via Marconi, finalmente è stata chiusa". Bologna è una città adatta al cinema: "Comune e Regione (presenti il governatore Bonaccioni e l’assessore Felicori, ndr) ci credono – chiude –. Siamo molto grati a questi due fratelli pazzi, così atipici e geniali, che per primi ci hanno creduto". Francesco Moroni

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