Diciassettenne morto nel Reno L’allenatore verso l’archiviazione

Il legale dei genitori di Alessandro Ferriani: "Siamo pronti a presentare opposizione"

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Un nuovo colpo di scena nell’indagine per la morte di Alessandro Ferriani, il giovane di 17 anni che il 1° febbraio del 2019 perse la vita mentre si allenava in canoa con la propria squadra in un tratto del fiume Reno, all’altezza della Chiusa di Casalecchio.

Dopo che ai primi di giugno scorso arrivò l’avviso di fine indagine per l’istruttore e l’allenatore capo del Canoa Club di Casalecchio, il club cui appunto era iscritto Alessandro (notifica che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio), ora, a seguito degli interrogatori degli indagati e degli ulteriori accertamenti messi in campo dagli inquirenti, il pm Antonello Gustapane ha firmato un ulteriore modello 415 bis. Questa volta però a comparirvi è soltanto il nome dell’istruttore, il 21enne con il brevetto di tecnico di base e non ancora quello di istruttore federale, che in quel tragico pomeriggio di febbraio era in canoa con gli atleti, quando il giovane Alessandro cadde in acqua. L’accusa per lui è di omicidio colposo.

Non compare invece più il nome dell’altro giovane coinvolto, l’allenatore 28enne che quel pomeriggio rimase nella sede della palestra del Canoa Club e non uscì in canoa con i ragazzi: questo lascia presagire per la sua posizione, difesa dall’avvocato Fabio Pancaldi, ci si avvii verso una richiesta di archiviazione.

Richiesta di archiviazione che è già stata depositata per altri due indagati, il presidente dell’associazione Canoa Club e il presidente del comitato regionale (entrambi rappresentati sempre dall’avvocato Fabio Pancaldi), ma contro questa la famiglia di Ferriani, rappresentata dall’avvocato Ciriaco Rossi, ha già presentato opposizione. A fine luglio dell’anno scorso la Procura aveva chiesto l’archiviazione per tutte le posizioni, ma la famiglia si oppose.

"Se ci dovesse arrivare la richiesta di archiviazione anche per l’allenatore – anticipa l’avvocato Rossi – non esiteremo a opporci di nuovo. Troppe cose non tornano in questa vicenda: i ragazzi si trovavano in un’area vietata, assieme solo a un tecnico di base e non in presenza di un istruttore federale come previsto dal regolamento. Un minorenne non ha capacità di agire, va tutelato da chi ne ha le competenze. Inoltre, riteniamo poco logici alcuni punti delle richieste di archiviazione cui ci siamo opposti, tra cui ritenere ’refusi’ due incongruenze presentate dal certificato dell’istruttore".

Per il momento, nessun risarcimento è ancora stato versato dall’assicurazione ai familiari di Alessandro, nonostante la causa civile già avviata dal Canoa Club mirata proprio a questo scopo.

Federica Orlandi

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