Diecimila no alla ‘bretella di mezzo’ Bloccate autostrada e tangenziale

La manifestazione ha richiamato ecologisti e antagonisti da tutta Italia. Servizio d’ordine di 400 uomini. Buttati al centro dell’A14 bancali di legno in fiamme, in sei rischiano di essere travolti da un treno

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di Nicoletta

Tempera

Bologna e l’Italia, per un pomeriggio, si sono fermate. Il profilo dell’A14 vuoto e senza auto è l’emblema di una giornata di protesta, che ha visto oltre 10mila persone da tutt’Italia riversarsi a Bologna. Per una manifestazione contro il Passante di mezzo, un’infrastruttura in via di progettazione contestata da più parti. E un simbolo di quell’impatto ambientale che le anime del corteo ‘Convergere per insorgere’ vogliono combattere. Anime ecologiste. Anime antagoniste. Operai e studenti. Un fiume di gente. Che, come era annunciato, ha sfilato in tangenziale, tra le uscite 7 e 6. Bloccando il traffico. Fermando, per un pomeriggio, l’Italia che corre, da nord a sud, in A14.

Il ritrovo della manifestazione, che ha visto schierato un servizio d’ordine con circa quattrocento uomini, 280 soltanto del Reparto mobile, e due idranti della polizia a ‘tutela’ di piazza Maggiore, era in piazza XX Settembre, dove alle 15 già si contavano oltre 3mila persone. Che sono cresciute, gruppo per gruppo, fino a diventare un’enorme macchia di colore. Per dare un’idea delle dimensioni del corteo, quando la testa aveva abbondantemente superato il ponte di Stalingrado, la coda era ancora in viale Masini, all’altezza dell’Autostazione.

Il percorso è stato rispettato, così come era stato concordato preventivamente con la Questura dagli organizzatori. Ed ha attraversato viale Masini, via Stalingrado, fino a imboccare la tangenziale, all’altezza dell’uscita 7, percorrere la rampa e ritrovarsi sulla carreggiata. Tutto liscio, se si escludono un paio di episodi che hanno fatto salire la tensione. E anche la paura, in un caso. Erano circa le 17,10 quando la testa del corteo si trovava a percorrere via Stalingrado, all’altezza del parco Nord. Lì sopra passa un cavalcavia della ferrovia. E sei persone si sono arrampicate, forse per appendere uno striscione, forse per scattare foto dall’alto. Ma in quel momento, era in arrivo un merci. Il treno ha fischiato, ha avvertito del suo passaggio. È stato un attimo. E tutti hanno trattenuto il fiato, terrorizzati potesse consumarsi una strage. I ragazzi si sono spostati un secondo prima che li travolgesse il treno. Che ha frenato e si è fermato, rimanendo bloccato poi sul ponticello per quaranta minuti. I sei miracolati, se individati, verranno denunciati per interruzione di pubblico servizio. E gli è andata bene.

Una volta in tangenziale, le migliaia di manifestanti hanno camminato fino all’uscita 6, in un clima sospeso e surreale. Cori, canzoni e fumogeni hanno rotto quello strano silenzio autostradale. Il fiume umano è rimasto fermo in tangenziale per un po’. A urlare il proprio no al passante, a rivendicare il diritto a "una vita bella". "Siamo natura che insorge", era scritto su uno degli striscioni. Quando ormai la maggior parte del corteo aveva imboccato l’uscita 6 ed era entrato in via di Corticella, qualcuno ha buttato al centro dell’A14 dei bancali di legno incendiati, in segno di protesta. Le assi hanno bruciato in fretta, ma il gesto ha causato ulteriori ritardi nella riapertura dello snodo bolognese. Altra eredità della manifestazione sono state alcune scritte vergate, con vernice spray, lungo i guard rail. E anche il distributore Eni di via Stalingrado ha pagato pegno al corteo: è stato vandalizzato, con le pompe legate l’una con l’altra e con diverse scritte. Alle 19, ormai tutti i manifestanti erano in marcia in Bolognina. Forse qualcuno avrebbe voluto concludere la passeggiata in piazza Maggiore, ma lo schieramento di reparti ha spento il desiderio. E dopo una decina di minuti di blocco dei viali all’altezza della stazione, la giornata di protesta si è chiusa in via Indipendenza, con una festa improvvisata di arrivederci in vista del corteo di Napoli.

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