NICHOLAS MASETTI
Cronaca

Dirigente della Giustizia. Post contro Francesco: "Lui è l’anti-Papa"

Bufera su Pappalardo, il ministero avvia un’indagine

Antonio Pappalardo, direttore della Giustizia minorile E-R e Marche

Antonio Pappalardo, direttore della Giustizia minorile E-R e Marche

"Annunciata la morte di antipapa Francesco. Ora fondamentale un conclave pre 2013 per un vero Papa". E poi: "Per la prima volta una Pasqua senza benedizione urbi et orbi: AntiPapa fino alla fine". Parole pesanti, soprattutto se provengono da una persona a capo della Giustizia minorile di Emilia-Romagna e Marche. Ma non solo. Queste frasi sono due delle tante pubblicate da Antonio Pappalardo su Telegram. Post dove attacca il deceduto Papa Francesco. Ma dove mette nel mirino anche Nato, Ue, migranti e vaccini. Frasi choc che sono subito arrivate a Roma.

In serata infatti, mentre veniva chiuso il canale Telegram di Pappalardo, il capo del Dipartimento della Giustizia minorile e di comunità, Antonio Sangermano, ha immediatamente disposto "una indagine conoscitiva circa le affermazioni ascritte al dirigente". Tale indagine è volta ad accertare se ricorrano profili di responsabilità disciplinare a carico del suddetto pubblico funzionario. Lo rende noto il ministero. "Saranno adottati – ha inoltre detto il capo dipartimento in una nota del ministero della Giustizia – tutti provvedimenti ritenuti necessari a preservare e tutelare l’immagine e il prestigio dell’amministrazione della Giustizia".

Il direttore della Giustizia minorile di Emilia-Romagna e Marche, diretta diramazione del ministero della Giustizia, è anche responsabile nella sola città di Bologna dei servizi sociali, del centro di prima accoglienza, della comunità per minori e del carcere del Pratello. Proprio qua, tra venerdì 18 e sabato 19, è scoppiata una protesta. E la nota del ministero per spiegare le dinamiche, firmata da Pappalardo, è arrivata solamente ieri mattina. Ma nel mentre sul suo canale “Logos e Libertas”, in cui c’erano solo 62 iscritti, ecco i continui e ripetuti attacchi a Papa Francesco. Sia prima che dopo la morte. Per farlo utilizzava i contenuti del sito Codice Ratzinger che richiama l’omonimo titolo del libro di Andrea Cionci. Il canale mostrava la bandiera italiana vicino a quella russa e americana. E poi una carrellata di post contro il Papa. Il tutto fino a ieri nel tardo pomeriggio perché una volta tentato l’accesso alle 20.15 è comparsa la dicitura "Questo canale non è disponibile", risultando privato.

Pappalardo però, oltre ad attaccare il Papa, metteva nel mirino l’Unione europea e la Nato. Anche su LinkedIn, quello che solitamente è per definizione un social professionale, dove tanti cercano lavoro. Qui infatti mostra il suo curriculum e nella descrizione personale aggiunge: "La bandiera europea è simbolo di guerra. Gli Italiani per la pace scendono in piazza col Tricolore. Fuori dalla Ue e dalla Nato!", con tanto di immagine con scritto "Sciogliere l’Unione europea". Ma anche qui, nel tardo pomeriggio, la correzione: "Gli Italiani per la pace scendono in piazza col Tricolore", è l’unica frase che rimane. Senza immagine. Oltre a essere direttore interregionale per Marche ed Emilia-Romagna, dal gennaio di quest’anno (lo era già stato dal 2002 al 2006 e dal 2018 al 2021), è a capo delle stesse mansioni anche in Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. E in passato ha rivestito la stessa carica per Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trento e Bolzano; Toscana e Umbria. Insomma, un ruolo delicatissimo, gestendo la vita di centinaia di minorenni, perlopiù stranieri. Persone che hanno problemi sociali, familiari ed economici. "Parole allucinanti e di gravità inaudita. Parole che offendono la memoria di Francesco e tutta la Chiesa ma anche i cittadini", spiega la senatrice del Pd Sandra Zampa che chiede al ministro Carlo Nordio e al sottosegretario Andrea Ostellari "di prendere immediati provvedimenti nei suoi confronti". Duro attacco anche da parte del centrosinistra unito, dal Comune alla Regione: "Riteniamo siano necessarie le sue dimissioni o la revoca dello stesso incarico da parte del ministero. Ci sembra chiaro che il destino di centinaia di ragazzi e ragazze non può essere nelle sue mani", dicono Detjon Begaj, Porpora Marcasciano, Antonella Di Pietro, Mery De Martino, Giacomo Tarsitano, Filippo Diaco, Simona Larghetti, Lorenzo Casadei, Simona Lembi e Giovanni Gordini. "Il ministro Nordio gli revochi subito l’incarico", ha detto Nicola Fratoianni, leader di Avs.

Nicholas Masetti