Bologna, allarme spray in discoteca. Il piano del Numa: "100 telecamere e 40 addetti"

Emergenza dopo la strage di Corinaldo, il pr Davide Di Noi: “Le bombolette sfuggono anche agli scanner”

Festa in discoteca (foto di repertorio)

Festa in discoteca (foto di repertorio)

Bologna, 9 dicembre 2018 - Una tragedia, quella delle sei persone morte in una discoteca di Corinaldo (video), in provincia di Ancona, che sarebbe potuta accadere ovunque, anche sotto le Due Torri. L’emergenza dilagante dello spray al peperoncino spruzzato nelle discoteche per seminare il panico da oltre un anno turba tutti i gestori dei locali e numerosi episodi si sono verificati anche in città e in provincia, nell’ultimo anno e mezzo.

Asia Nasoni
Asia Nasoni

“Si può parlare di una moda, per quanto faccia rabbrividire – spiega Davide Di Noi, pr e collaboratore di alcune delle più note discoteche della regione, tra cui il Numa –, diffusa in pochi mesi. In città ricordo almeno cinque casi simili, in locali diversi, dalla fine del 2016 a oggi. Quello che accade quando qualcuno spruzza lo spray urticante in un locale è spaventoso: c’è un immediato ‘effetto mandria’, un fuggi fuggi di persone che cercano disperatamente di uscire, di trovare l’aria. È quasi impossibile contenerlo, è una reazione automatica e frenetica. Non è necessario che una discoteca sia particolarmente affollata, bastano poche centinaia di persone perché sia già pericolosissimo”.

Contenere il problema o, ancor meglio, prevenirlo, per i gestori dei locali è molto complicato. Anche perché avere con sé uno spray al peperoncino non è illegale, quindi anche sequestrarli all’ingresso talvolta crea discussioni imbarazzanti tra clienti e addetti alla sicurezza.

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Nella discoteca Numa, per esempio, gli investimenti sulla sicurezza sono stati ingenti anche a causa di questa nuova follia. “Ci siamo dotati di metal detector, con cui si pensava di riuscire a individuare le bombolette, ma presto si è scoperto che neppure questi macchinari riescono a rilevarle – spiega Di Noi –. Inoltre abbiamo uno degli impianti di sorveglianza più all’avanguardia della città, con oltre cento telecamere nel locale e quaranta uomini addetti alla security, praticamente un esercito. E, in accordo con le forze dell’ordine, abbiamo un sistema di simil-etilometro cui sottoponiamo i clienti all’ingresso, per evitare che entrino soggetti alterati”. Inoltre, le porte vengono tenute sempre aperte e facilmente raggiungibili, in particolare quella che affaccia sull’ampio piazzale del locale, per favorire un rapido deflusso in caso di emergenza e un continuo ricambio d’aria. E i sistemi di aerazione? Se attivati gli impianti rischiano di peggiorare la situazione, riciclando l’aria inquinata.

Ora, i gestori dei locali e tutti gli addetti ai lavori legati al mondo delle discoteche chiedono a gran voce che le istituzioni intervengano a livello nazionale dal punto di vista normativo, per gestire meglio la distribuzione delle bombolette di spray urticante, che possono sì essere un utile strumento di difesa, ma anche un pericoloso oggetto offensivo.

La richiesta è che ne venga limitata o vietata la vendita o che vengano inseriti nelle bombolette elementi in metallo tali da essere rilevati dai detector di sicurezza. “La tragedia di Ancona si sarebbe potuta evitare, chi poteva fare qualcosa non c’è riuscito – chiude amareggiato Di Noi –. Le leggi legate alla gestione delle discoteche sono vecchissime, non al passo con i tempi. Questa storia scuote e addolora tutti, è arrivato il momento di intervenire perché un episodio così non accada mai più”.

Intanto, il musicista trap – genere vicino al rap molto in voga tra i giovani – Sfera Ebbasta, l’artista al cui concerto dell’altra sera a Corinaldo è avvenuta la tragedia, è atteso al Matis per la notte di Capodanno. Al momento non sono ancora arrivate conferme ufficiali, ma è probabile che l’evento venga cancellato. Il trapper ha reso noto che tutti i suoi appuntamenti pubblici previsti per i prossimi giorni saranno eliminati per rispetto nei confronti delle vittime.

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