REDAZIONE BOLOGNA

Distrusse un’opera di Weiwei a Bologna, condannato a un anno e 4 mesi

Il 57enne fece un blitz a Palazzo Fava durante il vernissage della mostra 'Who am I?' e mandò in frantumi 'Porcelain cube'. Dovrà pagare anche 2mila euro di multa. In aula si è presentato con una t-shirt raffigurante il volto dell’artista: “Ho reso la sua storia popolare”

Distrusse un’opera di Weiwei a Bologna, condannato a un anno e 4 mesi

Bologna, 29 aprile 2025 - Aveva mandato in frantumi un'opera dell'artista cinese Ai Weiwei durante il vernissage della mostra 'Who am I?' a Palazzo Fava a Bologna: per questo è stato condannato a un anno e quattro mesi e a 2.000 euro di multa Vclav Pisvejc.

L'opera dell'artista cinese Ai Weiwei (nel tondo) mandata in frantumi dal 57enne Vclav Pisvejc durante il vernissage della mostra 'Who am I?' a Palazzo Fava a Bologna
L'opera dell'artista cinese Ai Weiwei (nel tondo) mandata in frantumi dal 57enne Vclav Pisvejc durante il vernissage della mostra 'Who am I?' a Palazzo Fava a Bologna

Il 57enne nato in Repubblica Ceca che lo scorso 20 settembre fu arrestato dalla polizia per aver distrutto l'opera 'Porcelain cube', dal valore di 260mila euro. Per lui la Procura aveva chiesto due anni e 2.500 euro di multa.

L’intervento in aula

Nel corso dell'udienza Pisvejc - che si è presentato in aula indossando una t-shirt su cui campeggia un primo piano di Ai Weiwei - ha anche rilasciato delle brevi dichiarazioni spontanee. Nel suo intervento, durato pochi minuti, l'imputato ha ricordato di aver parlato con l'artista il giorno prima del suo gesto e ha affermato, sostanzialmente, di aver distrutto l'opera per 'perorare' la causa di Ai Weiwei e far conoscere la vicenda dell'artista cinese, che come ricorda Daniele Colangelo, legale dell'imputato "nel suo Paese è stato arrestato e poi riabilitato, ma solo pro forma". Il 57enne avrebbe agito così “per denunciare la sua condizione e rendere la sua storia popolare”. 

 Pisvejc si è presentato nell'aula del Tribunale facendo il simbolo della vittoria. Lo stesso gesto fatto anche un'ora dopo, quando è uscito dall'aula con una condanna mentre gli agenti della polizia penitenziaria lo facevano salire sul furgone per riportarlo nel carcere di Firenze.

La sentenza

La sentenza, le cui motivazioni saranno depositate nel giro di 30 giorni, è stata emessa in tarda mattinata dal giudice Gilda Del Borrello, che ha riconosciuto a Pisvejc le attenuanti generiche. Da parte Colangelo aveva chiesto di riqualificare il capo di imputazione da distruzione di beni culturali a danneggiamento aggravato, sostenendo che l'opera non rientrasse tra quelle tutelate dal Codice dei beni culturali, e aveva poi chiesto l'assoluzione anche dall'accusa di danneggiamento "per difetto di querela, che non è stata presentata dal proprietario dell'opera, ma da uno dei galleristi".

La misura cautelare

Del Borrello si è poi riservata la decisione sulla richiesta di attenuazione della misura cautelare avanzata da Colangelo. Pisvejc, infatti, da circa tre settimane è sottoposto alla custodia cautelare in carcere. Inizialmente era stato disposto nei suoi confronti l'obbligo di dimora, ma il 57enne lo aveva violato e quindi era quindi stato sostituito con gli arresti domiciliari. L'imputato ha però violato anche questa misura, che perciò è stata rimpiazzata con la custodia in carcere.

"Da circa tre settimane però si trova in carcere - ha spiegato Colangelo - per essere evaso dai domiciliari sei volte, mentre in precedenza non aveva rispettato gli obblighi imposti".