Don Giulio Malaguti, cento anni di storia

Il parroco della chiesa dei Santi Vitale e Agricola in Arena ha festeggiato un traguardo da record

Monsignor Giulio Malaguti ha compiuto cento anni

Monsignor Giulio Malaguti ha compiuto cento anni

Bologna, 4 agosto 2022 - "Grazie degli auguri, se riesci a passare in parrocchia nel tardo pomeriggio gli amici mi hanno preparato una festicciola. Mi farebbe piacere vederti". Il cellulare di monsignor Giulio Malaguti ieri è stato incandescente per un compleanno che ha raggiunto le 100 candeline : a tutti, monsignor Giulio, ha rivolto l’invito di passare a trovarlo. Parroco della Chiesa dei Santi Vitali Agricola in Arena dal 1988 – la chiesa di Strada Maggiore che si trova proprio sotto le Due Torri –, anche in questi giorni di calura estiva è rimasto lì in quella canonica che, ormai, è diventata un qualcosa di più che una sua semplice casa, svolgendo il suo servizio di pastore in una comunità parrocchiale che è sempre più una famiglia.

"L’afa non mi da fastidio – spiega monsignor Malaguti – e poi lontano da Bologna non penso si stia meglio, per cui preferisco stare qui". Il professor Romano Prodi e Alessandro Alberani , il direttore della logistica etica di Interporto, sono solo due dei tanti bolognesi che ieri sono passati a trovarlo in canonica per fargli auguri, scambiando due chiacchiere con chi continua a far viaggiare a braccetto la teologia con la pastorale.

Non è un caso che l’anno scorso, contravvenendo a quella che è la tradizione dell’Università Lateranense, l’ateneo pontificio abbia dato il permesso di pubblicare la sua tesi di dottorato sull’abate Giovanni Crisostomo Trombelli. L’occasione era il 75simo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta il 6 aprile 1946. Tra i suoi incarichi ci fu quello, datogli dal cardinal Giacomo Lercaro, di redigere due volumi (il II e il III) sulla Missione diocesana sulla Messa e quello di responsabile della pastorale universitaria nel periodo ‘caldo’ del 1968.

Prima del sacerdozio per monsignor Malaguti c’era stata l’esperienza della Resistenza come partigiano e con un ruolo di comando nel Comitato di Liberazione Nazionale di Bazzano. "Eravamo uniti dal valore della libertà – ricorda il presule – e anche i ‘rossi’ mi obbedivano".

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