GIOVANNI DI CAPRIO
Cronaca

’Donare il corpo alla scienza’, c’è anche Zuppi

Un convegno "con un inizio e un fine". L’incontro ‘Donare il corpo alla scienza’, organizzato dal Centro anatomico dell’Alma Mater...

Un convegno "con un inizio e un fine". L’incontro ‘Donare il corpo alla scienza’, organizzato dal Centro anatomico dell’Alma Mater e avvenuto nell’Aula Magna Santa Lucia in via Castiglione, ha messo al centro il tema della donazione alla ricerca scientifica del proprio corpo una volta defunti. Siccome il congresso ha affrontato questo tipo di argomenti, può sembrare sorprendente la presenza di una persona di Chiesa come il cardinale e arcivescovo cittadino Matteo Zuppi. In realtà, dopo aver tirato fuori dal portafoglio la tessera Aido, "che dimostra che sono un donatore di organi", Zuppi ha ribadito che "donare il corpo per la Chiesa è un potente atto di generosità perché vuol dire aiutare altri a star bene". Zuppi ha sempre con sé la tessera e la mostra ai cronisti: "La ricerca è indispensabile – sostiene –, donare il corpo è un gesto per certi versi molto simile alla donazione degli organi". Una pratica ancora poco diffusa in Italia, "ma importante anche per la tutela della salute pubblica", sottolinea Giovanni Molari, rettore dell’Università di Bologna. Dopo aver manifestato la propria volontà, post mortem i corpi vengono usati fin dal primo anno di Medicina, ma anche per scuole di specializzazione e alta formazione. Vengono tenuti per 12 mesi e poi restituiti alla famiglia. Il centro universitario si fa carico dei costi di trasporto e delle spese di tumulazione o cremazione: "Oggi riceviamo una decina di corpi all’anno", specifica Lucia Manzoli, responsabile del Centro anatomico. Per il presidente della Regione Michele de Pascale "è un progetto che dobbiamo far comprendere al pubblico". In questa direzione va la presenza di un testimonial d’eccezione come l’ex calciatore Giorgio Chiellini: "La salute non guarda in faccia a nessuno", dice. E se è vero che "la ricerca deve andare dove c’è bisogno", ricorda Chiara Gibertoni, direttrice generale Irccs Azienda Ospedaliero-Universitaria Bologna, è vero anche che "questa pratica è importante per creare nuovi farmaci", conclude Stefano Ratti, coordinatore scientifico del Centro.

Giovanni Di Caprio