Castello d'Argile, donna carbonizzata nel casolare. Ricercato il fidanzato

L'uomo è diretto verso la Francia. Indagano i carabinieri

Donna carbonizzata a Castello d'Argile

Donna carbonizzata a Castello d'Argile

Castello D’argile (Bologna), 4 settembre 2019 - Non trovo più mia sorella». Alle spalle della donna c’è la campagna della Bassa. Un casolare bruciato e semidistrutto dove i vigili del fuoco stanno lavorando per spegnere gli ultimi focolai di quello che sembrerebbe soltanto un rogo accidentale, dovuto a un corto circuito. Siamo sulla via Provinciale di Castello d’Argile, al civico 21. L’incendio era scoppiato nella notte tra domenica e lunedì. Il primo sospetto era che si trattasse di una scintilla dovuta all’allaccio abusivo della corrente ai pali dell’illuminazione pubblica, ma con il passare delle ore questa certezza ha iniziato a vacillare. Perché scavando tra le macerie è emersa un’altra verità. Orribile.

Prima un odore strano sotto le ultime braci tiepide, poi quello che resta di una spalla, il resto del corpo sepolto sotto il tetto collassato.

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Sono le 17 e i vigili del fuoco assieme ai carabinieri scavano per tirare fuori il cadavere completamente carbonizzato di una donna (foto). Questa è l’unica certezza. Il resto sono ipotesi, ma fondate. E agghiaccianti. Il sospetto è che quei brandelli di corpo (video) appartengano ad Atika Gharib, marocchina di 32 anni residente a Ferrara. Scomparsa da almeno due giorni da casa. E’ la sorella della ragazza a portare verso questa pista i militari dell’Arma. Lunedì pomeriggio, infatti, saputo dell’incendio che aveva distrutto la casa colonica, la donna da Ferrara ha raggiunto Castello d’Argile e si è portata sul luogo del rogo. Lì c’era il sindaco Alessandro Erriquez che stava controllando la situazione. E lei gli si è rivolta, disperata: «Sto cercando mia sorella. E’ scomparsa da due giorni. So che in questo casolare si rifugiava il suo fidanzato».

Il primo cittadino le ha consigliato di rivolgersi ai carabinieri. Si è così deciso di effettuare un nuovo sopralluogo nel casolare e il resto è cronaca.

In questa terribile storia manca un tassello che adesso i militari dell’Arma stanno cercando per capire cosa sia accaduto: il compagno di Atika, che non si trova. Il sospetto è che sia scappato, probabilmente verso la Francia dove ha dei parenti. Su di lui, che ha precedenti penali a Ferrara, si sta concentrando adesso l’attenzione degli inquirenti, coordinati dal pm Tommaso Pierini. Potrebbero esserci tante verità in questa orribile vicenda: Atika potrebbe essere morta nel rogo accidentale dovuto al corto circuito; potrebbe essere stata uccisa nel casolare dato poi alle fiamme; oppure potrebbe essere stata ammazzata altrove e trasportata lì dove è stato appiccato l’incendio per coprire il delitto. Ipotesi e interrogativi che dovranno nelle prossime ore trovare una risposta nel lavoro degli inquirenti.

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