Donna avvelenata, una perizia per valutare i danni

L’ha chiesta il pm. E intanto il compagno, ancora in cella, è stato sospeso dal lavoro

Andrea Degli Esposti, il compagno della donna incinta avvelenata

Andrea Degli Esposti, il compagno della donna incinta avvelenata

Bologna, 8 giugno 2016 – Un accertamento per stabilire in maniera esatta quale sia lo stato di salute della donna. Cosa l’aver ingerito, senza saperlo, detersivo per lavastoviglie insieme con una bibita gassata le abbia causato e se gli eventuali danni riportati siano o meno peramanenti.

A richiedere l’esame sulla 34enne incinta di sette mesi è stato, nelle scorse ore, il pubblico ministero Giuseppe Di Giorgio che indaga su quanto accaduto lo scorso 31 maggio, a casa della donna. Per quell’avvelenamento, infatti, è indagato il fidanzato, Andrea Degli Esposti, 35 anni originario di Savigno, da una settimana in carcere per le ipotesi di lesioni gravissime e tentata interruzione di gravidanza. L’uomo, tra l’altro, è stato anche sospeso dal lavoro (è dipendente del Comune di Valsamoggia): un atto di prassi, come solitamente avviene nel pubblico impiego in procedimenti penali che prevedano misure cautelari e che si concluderà solo all’esito della vicenda giudiziaria. In caso di condanna, il dipendente verrà licenziato. Al momento gli è stata garantita un’indennità pari alla metà dello stipendio base mensile.

Ma è sull’accertamento richiesto dal pm che si concentrerà, nelle prossime settimane, l’attenzione del collegio difensivo di Degli Esposti. Dalla perizia, infatti, ci si attende una parola definitiva sul tipo di lesioni riportate dalla ragazza che continua a rimanere in prognosi riservata, vigile e cosciente, nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Maggiore. Subito dopo il ricovero a seguito dell’avvelenamento, i medici avevano paventato l’idea di dover far nascere il piccolo e di doverla operare per le lesioni causate dall’acido ingerito.

Col passare delle ore, però, le condizioni della donna si sono via via stabilizzate, escludendo l’esigenza di anticipare il parto e di doverla sottoporre a intervento. Ipotesi, quest’ultima, non ancora esclusa del tutto e sulla quale la perizia dovrà esprimersi. La possibile menomazione permanente ipotizzata all’inizio aveva, infatti, portato la procura a sostenere l’accusa di lesioni gravissime. Se nessun organo, però, dovesse essere irrimediabilmente compromesso, l’accusa potrebbe ridimensionarsi in lesioni gravi, ossia con una prognosi superiore a 40 giorni. Il discrimine, in termini di pena da scontare, è di anni e in caso di riformulazione dell’accusa, con ogni probabilità i difensori dell’uomo (Raffaele Merangolo e Giulio Cristofori) presenteranno istanza di scarcerazione.

Al momento, però, Degli Esposti resta in carcere, così come disposto dal gip Domenico Panza. Al pm prima e al gip poi ha confessato di aver versato lui il detersivo nella bibita per indurre la compagna all’aborto. Il folle gesto era stato dettato, ha riferito lui stesso, dallo sconforto e dalla convinzione di non essere in grado di gestire il nascituro, affetto da una sindrome genetica.

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