Donna morta, studio in 3D per svelare il giallo

La procura dispone un nuovo accertamento per far luce sulle ultime ore di vita della 59enne. L’ipotesi di suicidio non convince gli inquirenti

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Una lettura in 3D per ricostruire l’ipotetica scena del delitto. Quello che, secondo le accuse, sarebbe andato in scena la notte tra il 4 e 5 settembre in un paese della bassa bolognese, ma venuto alla luce solamente nelle settimane scorse. Questo il nuovo accertamento che il pubblico ministero Augusto Borghini ha affidato ai Ris di Roma per fare luce sulla morte di una donna di 59 anni, trovata senza vita nel letto, impiccata con una corda alla spalliera. Una morte catalogata fin dai primi momento come suicidio, con un unico testimone: il marito. Fu lui, infatti, la mattina del 5 settembre a chiamare soccorsi e carabinieri, parlando di una tragedia legata allo stato depressivo in cui da tempo versava la 59enne.

Una versione che però non ha convinto la Procura che, in questi mesi, ha portato avanti perizie e accertamenti tecnici, arrivando a iscrivere nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio, il marito di 61 anni. Il quale, due settimane fa, è stato ascoltato per sei ore e non si è sottratto a nulla rinunciando alla possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere. "Il mio assistito – ha spiegato l’avvocato Ermanno Corso – ha risposto alle domande e si è dichiarato estraneo a tutte le accuse. Gli elementi che abbiamo raccolto non concludono per una volontà omicidiaria: il quadro che emerge, dall’analisi delle chat e dagli altri accertamenti, ci sembra invece conforme a quello di un suicidio".

La vittima da tempo era in cura per una depressione e per questo assumeva psicofarmaci. Così anche la notte della sua morte, arrivata per asfissia: dall’esame tossicologico è emerso come la cinquantanovenne avesse assunto alcol e un’importante dose di psicofarmaci. Un mix che, secondo Arma e Procura, difficilmente le avrebbe permesso, da sola, di mettere in atto, in maniera così articolata, l’estremo gesto. Un primo tassello, a cui si aggiungono anche le discussioni trovate all’interno delle chat estrapolate dal cellulare di vittima e indagato. La cui versione non avrebbe convinto fino in fondo.

Ora però ecco la nuova mossa della Procura: una ricostruzione in 3D della potenziale scena del crimine. Della stanza, della posizione in cui è stato ritrovato il corpo, della posizione della corda la quale è già stata ampiamente sottoposta ad analisi alla ricerca di tracce di Dna diverse da quelle della vittima. Intanto l’indagato verrà sottoposto all’esame del Dna: martedì il conferimento dell’incarico al consulente della Procura, a seguire l’atto irripetibile..

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