Bologna, le donne della moschea: "Marocco, tifiamo per te"

Via Pallavicini, le mamme: "Mai seguito il calcio, ora balliamo quando facciamo gol" Gioia dopo il match vinto contro il Portogallo: "L’abbiamo visto qui, con il proiettore"

Bologna, 12 dicembre 2022 - Festa grande, sabato pomeriggio, al Centro culturale islamico di via Pallavicini. La vittoria del Marocco ai Mondiali di calcio in Qatar, che ha garantito alla squadra l’accesso alla semifinale di mercoledì sera, un risultato mai ottenuto prima che ha entusiasmato tutti. Anche ieri, dopo la preghiera delle 13, al centro non si parla d’altro. Calcio, calcio e solo calcio.

Le tifose Saieda, Amina, Mona e Lobna al Centro islamico di via Pallavicini
Le tifose Saieda, Amina, Mona e Lobna al Centro islamico di via Pallavicini

Anche le donne, che, ammettono "prima d’ora non avevamo mai guardato una partita", ora tifano ancora più entusiaste degli uomini. "Ieri sera (sabato, ndr) eravamo tutti qui a guardare la partita proiettata sul muro, perché c’era un evento alla moschea. Noi e i bambini ci siamo disegnati la bandiera del Marocco sulle guance con il trucco, e quando abbiamo vinto abbiamo ballato tutte insieme", raccontano ridendo Mona, Amina, Saieda e Lobna, intente a fare due chiacchiere dopo essere andate a prendere i figli alla scuola di arabo.

"Ho tre bimbi e i due più grandi, di sei e otto anni, dopo la vittoria mi hanno pregato di portarli in piazza a fare festa – ride Zakaria Ellouzi, metalmeccanico –. Così ho racimolato in fretta una bandiera, che per fortuna hanno distribuito nei giorni scorsi direttamente dal Consolato, e siamo andati in Piazzola. C’era tantissima gente, tante famiglie con bimbi, musica e clacson dalle auto. Ci siamo divertiti". Un successo calcistico forse insperato. "Chi l’avrebbe mai detto? Siamo già contenti di essere arrivati fin qui, anche se ora per la prima volta qualcuno guarda anche oltre, alla finale e perché no, alla coppa: ormai può succedere di tutto – ride ancora il tifoso –. E se poi vinciamo, festeggeremo il fatto di entrare nella storia, anche se un po’ lo siamo già, come nazionale di arabi e africani".

Mustapha Atran scherza: "Partita, quale partita? Da giorni non si parla d’altro. Purtroppo manca l’Italia, speriamo di riscattarla noi, un po’ come se ci avesse lasciato il posto. Del resto, noi tifiamo da sempre squadre italiane, anche in Marocco. Mio padre, che è morto a 86 anni, per tutta la vita ha tifato Juventus".

Il match contro il Portogallo al Centro islamico si è guardato tutti assieme grazie al proiettore portato da Hassan De Filippis, italo-egiziano e volontario dell’iniziativa che si è tenuta sabato, ’Moschea aperta’. Un appuntamento durato dalle 14.30 fino a sera, in cui tutti i non islamici erano invitati per conoscere meglio la cultura e la religione musulmana. Il tutto condito da te tradizionale e cous cous. "Peccato che i volontari, al momento delle adesioni, ci hanno detto: diamo la disponibilità fino alle 16, ma poi dobbiamo andare a vedere la partita. Così Hassan ha pensato di portare il proiettore e tutti sono rimasti. C’era tantissima gente, la sala era stipata. Poi, dopo la vittoria molti sono corsi in centro a festeggiare". A raccontarlo è Yassine Lafram, il presidente dell’Unione delle comunità islamiche in Italia. Il quale si era battuto per avere il maxi schermo in piazza Maggiore, sabato, ma poi, nonostante i permessi ottenuti, non era stato logisticamente possibile installarlo. Non ci sarà neppure per la semifinale di mercoledì.

"Durante la preghiera di questa mattina sono state fatte raccomandazioni sui festeggiamenti, di mantenere un atteggiamento adeguato – prosegue Lafram –. Ma qui siamo quasi tutte famiglie, queste raccomandazioni sono superflue: sono i giovani i più scatenati, ma confidiamo che in caso di vittoria celebrino senza disordini". Una partita che tutti sperano di vincere: "La Francia è tosta – dice il gruppo delle mamme, che ormai di calcio la sa lunga –, ma speriamo di vincere. Noi non siamo scaramantiche".

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