Oratorio e doposcuola in tutte le parrocchie, soprattutto in quelle che sono situate nella periferia della città. Con questo contributo il cardinale Matteo Zuppi intende completare il decreto legge Caivano sulla violenza minorile, un dispositivo che lo stesso presidente della Cei ha definito come insufficiente se non accompagnato da altre misure.
"Si tocca con mano l’urgenza educativa – ha spiegato Zuppi – e il nostro dovere è quello di rivolgerci a tutte le famiglie del territorio, promuovendo conoscenza, relazione e inclusione. La Chiesa è chiamata ad offrire un aiuto in questo senso". Raccogliendo il modello educativo dell’animazione culturale che suggerisce agli educatori di uscire dai loro spazi fisici per andare nei luoghi dove il disagio giovanile è presente, il porporato chiede ai parroci di aprire le porte ai ragazzi.
"La situazione di tanta parte dell’infanzia e dell’adolescenza mostra gravi problemi di fragilità e infelicità. Difficoltà che sono sotto i nostri occhi qualche volta dal vivo, più spesso attraverso la cronaca terribile che raggiunge le nostre case. Le parrocchie, i gruppi, le associazioni non sempre riescono ad avere attenzione e iniziative specifiche per queste realtà, concentrandosi magari prevalentemente su chi già in qualche modo gravita nell’orbita ecclesiale. Non dobbiamo assolutamente sentirci esenti dall’impegno di cimentarci anche in questi mondi".
Da qui l’idea di procedere con l’istituzione di almeno un doposcuola e di un oratorio per ogni zona pastorale, una nuova entità introdotta da Zuppi e che vede diverse parrocchie lavorare insieme. "Il tema della formazione è decisivo per le nostre comunità, ma la formazione cristiana non è mai solo qualcosa di iniziazione. E’ sempre anche un grande contributo che la Chiesa offre per tutti. Nei doposcuola e negli oratori si intravede qualcosa di eucaristico, perché l’incontro tra i ragazzi e gli adulti si basa sulla condivisione. Come Chiesa di Bologna abbiamo già preso un impegno e vogliano continuare a prenderlo, sia perché tutte le parrocchie e le comunità abbiano questi spazi aperti, ma anche perché sia sempre più una proposta educativa e non soltanto un sostegno meramente scolastico o ricreativo. Questi luoghi ci servono anche per prevenire l’abbandono scolastico, che è davvero preoccupante, soprattutto nelle periferie". Ritenendo che la questione educativa sia realmente prioritaria all’interno del Cammino sinodale avviato a livello nazionale, la Diocesi di Bologna ha scelto di occuparsi del tema ‘Formazione alla vita e alla fede’, tra i cinque argomenti da sviluppare entro il mese di aprile.