Bologna, l’idea di due mamme, una boutique online di alta sartoria

Successo per Stefania Inama e Claudia Maresca, creatrici di “The Dressing screen’’

Stefania Inama e Claudia Maresca

Stefania Inama e Claudia Maresca

Bologna, 23 luglio 2018 - Due amiche, due mamme, due imprenditrici. Sono Stefania Inama e Claudia Maresca, le bolognesi ideatrici di The Dressing Screen, vetrina virtuale di quella sartoria made in Italy famosa nel mondo. Stefania ha alle spalle una lunga esperienza nell’e-commerce e comunicazione di Max Mara, mentre Claudia è commercialista e insieme hanno creato una raffinata boutique online, una piattaforma in cui trovare abiti, accessori e gioielli artigianali. "Ho lasciato il lavoro precedente, in cui ho imparato tantissimo, per seguire il sito – spiega Inama –. E’ stata una scommessa, ma ci credo molto". Stefania, come è nato ‘The Dressing Screen’? "Fra l’idea e la realizzazione è passato quasi un anno: abbiamo seguito tutto noi, dalla creazione del sito, all’aspetto tecnico e gestionale, fino alla ricerca di tutte le realtà sartoriali. Il progetto nasce dall’esigenza di trovare online qualcosa che non c’era". Che cosa? "Un prodotto classico, senza tempo, non soggetto alle mode del momento e che provenisse da realtà sartoriali e artigianali. Per l’estate abbiamo trenta brand, con l’inverno ne arriveranno altri quindici. Abbiamo voluto portare online la storia e l’unicità di questi marchi che non hanno una propria estensione digitale, per mancanza di tempo o conoscenze, ma che ancora realizzano un prodotto sartoriale con alti standard, dalla produzione ai materiali". La vostra, dunque, è una continua ricerca. "La nostra scommessa è cercare in ogni regione italiana l’eccellenza del territorio, sia dal punto di vista moda – donna e bambino – che degli accessori per la casa. Il denominatore comune è che siano prodotti made in Italy, sartoriali e artigianali e di alto livello qualitativo: quelle che ci rende forti della nostra italianità. Al momento online abbiamo cinquecento capi e ne abbiamo pronti altrettanti. I riscontri sono positivi, soprattutto nel settore bimbo". Come vi organizzate il lavoro? "Oltre allo scouting e la ricerca dei prodotti, facciamo una selezione, in base anche al gusto personale mio e di Claudia. Per gli atelier il nostro è un canale di vendita aggiuntivo: così possono arrivare in Europa con la nostra piattaforma. Queste piccole botteghe stanno soffrendo anche a causa del low cost che distoglie l’attenzione dalla storicità e dalla qualità. Le sartorie non vengono più conosciute dalle nuove generazioni, noi cerchiamo di creare una cultura del made in Italy". Ci può fare qualche esempio? Lavorate con realtà bolognesi? "Oltre alle realtà più storiche, abbiamo scoperto anche quelle emergenti. Ce ne sono tante, ma non avendo un canale online, fanno fatica ad affermarsi: vogliamo abbinarle ai brand più consolidati. Per quanto riguarda Bologna, abbiamo capi della storica sartoria Oriana Neri, atelier di altissimo livello, e le calzature Tarcio. Per un target diverso, proponiamo Matta e Goldoni o Busatti".

www.thedressingscreen.com

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