Droga alla Barca, si costituisce uno degli indagati

L’albanese Paja è accusato di associazione finalizzata al narcotraffico. L’ha scoperto dal giornale

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Era fuori città e quando è tornato ha letto sul giornale di giovedì scorso il proprio nome: disposto il carcere per Mirijan Paja, albanese di 42 anni, accusato di associazione finalizzata al narcotraffico nell’ambito dell’inchiesta di Dda e Squadra mobile sullo spaccio di cocaina, hashish e marijuana in zona Barca. Paja, assieme al connazionale Koci Blendi, è accusato di essere il rifornitore costante della cocaina al sodalizio criminale che vedrebbe a capo della gerarchia Andrea Balboni; gli sono contestate diverse cessioni di "mattoni" (involucri da almeno un chilogrammo) di cocaina.

Quando mercoledì sera Paja ha scoperto di essere di fatto un latitante, si è recato nello studio del suo avvocato, Tiziana Zambelli, e accompagnato da lei si è andato a costituire alla caserma di viale Panzacchi.

Lì gli è stato notificato l’ordine di cattura e l’avviso di fine indagine, poi il quarantaduenne è stato accompagnato al carcere della Dozza, dove lunedì sosterrà l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice dell’udienza preliminare Andrea Romito.

"Si è trattato di un comportamento molto onesto e leale – commenta ora il suo avvocato, Tiziana Zambelli –. Spero che verrà apprezzato dal giudice".

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