
Droga in carcere in cambio di bottiglie di vino, biscotti, dolcetti e merendine: questa l’accusa nell’ambito di un’inchiesta per spaccio...
Droga in carcere in cambio di bottiglie di vino, biscotti, dolcetti e merendine: questa l’accusa nell’ambito di un’inchiesta per spaccio aggravato di stupefacenti, corruzione e falso ideologico in atto pubblico. Per tre agenti su quattro, sono state annullate le misure cautelari dal tribunale del Riesame in seconda composizione presieduta dal dottor Pierluigi Di Bari, dopo le arringhe degli avvocati Marco Scascio, Roberto D’Errico e Paola Benfenati. La posizione del quarto agente (assistito dall’avvocato Angelo Santoro) è stata stralciata per difetto di notifica, con rinvio all’udienza del 18 giugno. Il pm Stefano Dambruoso nel frattempo ha chiuso le indagini, le imputazioni non si sono modificate né incrementate.
"Ho già sostenuto, assieme all’avvocato Manlio Morcella, l’innocenza del nostro assistito – spiega Sciascio –, ora l’abbiamo ribadito e documentato, con indagini difensive e prove documentali". Un esempio: i falsi sono relativi a quattro giorni, ma in tre di questi l’agente in questione non era al lavoro. L’accusa agli agenti è di aver fatto finta di non vedere quando un detenuto rientrava in cella con la droga di rientro dai permessi premio. Per i quattro agenti, era stata disposta la sospensione dal servizio, misura però poi impugnata in Cassazione. Ieri, l’annullamento della misura per tre di loro. I quattro nel frattempo avevano continuato a lavorare: il gip Letizia Magliaro aveva infatti rigettato le richieste di misure cautelari, pur riscontrando i gravi indizi di colpevolezza. La vicenda risale al 2023. Erano accusati a vario titolo di corruzione, falso e trasgressione dei doveri d’ufficio: secondo l’accusa, alcuni di loro avrebbero anche avvertito il detenuto dei turni di servizio, così che non rischiasse nel portare la droga in carcere. Il detenuto, 55 anni, era stato arrestato.
c. g.